sentenza
sentènza (ant. sentènzia) s. f. [dal lat. sententia, der. di sentire «ritenere, giudicare»]. – 1. Nel sign. originario (oggi letter. o ant.), parere, giudizio, opinione in merito a qualche cosa: esprimere, accettare, accogliere una s.; mutare s.; i gentili uomini, fra sé avuti varii ragionamenti e tutti in una sentenzia concorrendo ... (Boccaccio); oggi i vostri pari tengono per sentenza certa, che la vita umana ... (Leopardi); tante teste (o tanti capi) tante sentenze, forma italianizzata del proverbio lat. quot (o tot) capita tot sententiae, noto anche in altre varianti (v. quot homines tot sententiae). In partic., opinione espressa, formulata, e, per estens., tesi, dottrina (spec. se espressa in forma sentenziosa): di dubitar ti dà cagione Parer tornarsi l’anime a le stelle, Secondo la sentenza di Platone (Dante). 2. a. Nella scolastica medievale, la parola indicava, oltre che l’espressione di un pensiero o di una tesi, anche la formula nella quale il maestro condensava l’opinione di un autore ricavata dalla lettura o spiegazione d’un testo. Col plur. (lat. sententiae) si designò poi la raccolta sistematica di sentenze, tesi, questioni, tratte dalla Scrittura, dai Padri, da collezioni canoniche, per le esigenze dell’insegnamento; per antonomasia, col nome di Sentenze (o Libro delle s.) viene indicata l’opera in quattro libri del teologo Pietro Lombardo (fine sec. 11° - 1160), che, nei sec. 13° e 14°, costituì il libro di testo delle facoltà di teologia, commentato dal baccelliere. b. Massima, breve frase che enuncia in forma concettosa una verità, una norma, un principio: le s. di Paolo, raccolta di massime di diritto romano, che fu erroneamente attribuita al giureconsulto Paolo (sec. 3° d. C.), ma che è un’opera di tarda compilazione con intenti piuttosto pratici che didattici. Comunem., si dà questo nome alle massime che esprimono un principio o una norma di natura morale: un’antica s., una s. saggia; un’aurea s.; e con senso più generico, giudizio, opinione, massima, proferiti da chi ha l’abitudine di assumere in ogni occasione un tono didascalico non sempre opportuno: ha sempre in bocca una s. pronta; spreg., sputa sempre sentenze (v. anche sputasentenze). 3. Decisione, giudizio circa una controversia, riguardo a un comportamento da seguire o anche riguardo a un fatto già avvenuto, a un’azione già compiuta, ecc., espresso da persona che ne sia stata richiesta o che comunque abbia autorità di pronunciarsi: Così al vento ne le foglie levi Si perdea la sentenza di Sibilla (Dante), qui col sign. di «responso»; Fu vera gloria? ai posteri l’ardua sentenza (Manzoni); talora iron. o scherz.: sentiamo ora la tua s.; qual è la sua s. in merito?; a te la sentenza! In partic., atto volto all’accertamento e alla dichiarazione di diritti e a porre fine a controversie: la s. dell’arbitro; la s. del giurì d’onore; s. internazionale, la valutazione giuridica di una controversia tra due stati, o altri soggetti di diritto internazionale, compiuta da un organo internazionale. Nel diritto processuale, atto giurisdizionale con il quale il giudice, sulla premessa di alcuni fatti accertati e con riferimento alle norme applicabili ai fatti medesimi, conclude una causa civile, penale o amministrativa: la s. del pretore, del tribunale; pronunciare, leggere la s.; pubblicare, notificare la s.; s. d’assoluzione o di proscioglimento, di condanna; s. interlocutoria, in diritto processuale civile, v. interlocutorio; s. costitutiva, quella che costituisce, modifica o estingue rapporti giuridici (per es., la sentenza di accertamento di paternità); s. di annullamento, con cui la Cassazione elimina il provvedimento giudiziario impugnato; s. di annullamento con rinvio, in cui l’annullamento è accompagnato da una rimessione della causa da parte della Cassazione al giudice di merito competente, perché questi, uniformandosi alle disposizioni di diritto fornite dalla Cassazione, risolva definitivamente la controversia; s. meramente processuale, nella quale il giudice, senza entrare nel merito della controversia, accerta l’esistenza di un ostacolo procedurale al prosieguo della controversia processuale (per es., il ritiro della querela da parte della vittima del reato). Più genericam.: s. favorevole, contraria; s. giusta, ingiusta, equa, iniqua, mite, clemente, severa; s. definitiva (detta anche s. passata in giudicato), non definitiva; s. inappellabile; eseguire una s.; revocare, annullare, cassare una s.; impugnare una s.; fare opposizione a una sentenza. Ant., cadere in s., essere condannato: cadde in sentenzia di perdere lo reame suo (Novellino). Per analogia, la s. di Dio, il giudizio particolare o universale. 4. letter. ant. Senso, significato (di una frase, di un discorso): sopra ciascuna canzone ragionerò prima la litterale sentenza, e appresso di quella ragionerò la sua allegoria (Dante).