sentiero
sentièro (ant. sentière, sentèro) s. m. [dal fr. ant. sentier, der. del lat. semĭta «sentiero»]. – 1. Via a fondo naturale tracciata in luoghi montani e campestri, in boschi e prati, dal passaggio di uomini e animali: passare per un s.; c’è un s. che accorcia il percorso di una buona mezz’ora; per salire al rifugio c’è un solo s.; nell’alpinismo, s. attrezzato, sentiero lungo il quale, nei tratti più esposti, sono installate attrezzature metalliche quali funi, scalette, pioli, per rendere più sicuro il passaggio; in usi fig.: se tu sai, più astuto, I cupi sentier trova Colà dove nel muto Aere il destin de’ popoli si cova (Parini); l’avviò, pei floridi Sentier della speranza, Ai campi eterni (Manzoni). Com. le espressioni, derivate dalle tradizioni dei Pellirosse, mettersi, essere sul s. di guerra, iniziare una guerra, le ostilità, spec. nel senso fig. di cominciare ad attaccare qualcuno, a dargli contro. 2. estens. a. Nel linguaggio aviatorio, s. luminoso, allineamento di luci per indicare negli aerodromi la superficie o una direzione di manovra, arrivo, partenza, ecc., per aeromobili; s. di discesa, linea di posizione che l’aeromobile, con l’ausilio di strumenti radioassistiti, deve seguire per atterrare quando la visibilità è scarsa; è visualizzato sull’indicatore di atterraggio strumentale dall’incrocio di due lancette ortogonali tra loro: quella orizzontale serve di guida per la traiettoria corretta di discesa, quella verticale per il mantenimento della direzione (prua del velivolo coincidente con l’asse della pista); per s. radio, v. radiosentiero (v. fig. a p. 942). b. fig. In tipografia, lo stesso che canaletto. ◆ Dim. sentierino, non com. sentierétto, sentieruòlo; spreg. sentierùccio, sentierùcolo; pegg. sentieràccio.