sergente
sergènte (ant. sargènte) s. m. [dal fr. ant. serjant, sergent (che è il lat. serviens -entis, part. pres. di servire «servire»)]. – 1. a. In epoca cavalleresca, il capo dei donzelli, valletti e sim., che seguivano il signore; in epoca feudale (e anche più tarda), il primo degli ufficiali che seguivano il signore alla caccia o al campo; al tempo dei Comuni, il capo dei familiari di ogni signoria. In seguito, il termine indicò esclusivam. alcuni gradi dell’esercito. b. Attualmente, dopo la riforma del 1995 nella gerarchia militare, primo grado di sottufficiale, cui sono attribuite, con responsabilità personali, mansioni esecutive di adeguata preparazione professionale nonché il comando di più militari e di mezzi: s. dell’esercito, s. di aviazione, s. di marina (il grado corrispondente nei carabinieri è vice brigadiere). S. maggiore e s. maggiore capo, in aeronautica e nell’esercito, gradi immediatamente superiori a sergente (corrispondono in marina rispettivam. a secondo capo e secondo capo scelto, e nei carabinieri a brigadiere e brigadiere capo). c. In senso fig., persona autoritaria e burbera: quella povera ragazza ha un padre che è un vero sergente! (cfr. il più com. caporale). 2. ant. a. Servitore. b. Soldato a piedi: cavalieri e sergenti (G. Villani); gendarme: ben dodici de’ sergenti corsero là dove il misero Martellino era senza pettine carminato (Boccaccio). 3. Con funzione attributiva nell’espressione formica s. (o formica bulldog), nome di varie specie di formiche australiane del genere Myrmecia, caratterizzate dalla loro aggressività (v. formica1, n. 1 b). 4. Tipo di morsetto usato in falegnameria per tenere serrati due o più pezzi appena incollati insieme. 5. Al plur., sergenti, nel gergo delle redazioni giornalistiche (ma non nel gergo tipografico), le virgolette basse e uncinate (all’inizio « e alla fine »), così chiamate in quanto richiamano il distintivo di grado dei sergenti.