sesta1
sèsta1 s. f. [femm. sostantivato dell’agg. sesto]. – In relazione con il valore e sign. di numerale ordinale di sesto, è adoperato in espressioni ellittiche nelle quali è facilmente riconoscibile il sost. sottinteso: per es., la Sesta di Beethoven, la sesta sinfonia. In partic.: 1. L’ora sesta, cioè la sesta delle dodici ore in cui nell’antico uso romano era diviso il giorno, corrispondente all’incirca alle ore 12; uso conservato nella liturgia cattolica per indicare un’ora canonica che insieme con la terza e la nona faceva parte delle ore minori per la recita e il canto dell’ufficio divino prima di essere inclusa, con le altre due, nell’ora media (v. terza e nona1). Come ricordo dell’uso romano, o più credibilmente in rapporto con l’uso liturgico (e quindi con il suono delle campane per l’Angelus del mezzogiorno), la parola ha fatto comparsa sporadica, in tempi e luoghi diversi, anche nel linguaggio comune per indicare, appunto, il mezzogiorno: Già è durata la battaglia e dura Insin a sesta, dal levar del sole (Berni); il sole di sesta scappava dalle cortine in alto (Verga). 2. In musica: a. Intervallo di sei gradi; nella scala diatonica può essere maggiore (per es. do-la), formata da quattro toni e un semitono, o minore (do-la bemolle), formata da tre toni e due semitoni; entrambi questi intervalli sono consonanti; se l’ampiezza della sesta maggiore aumenta di un semitono (es. do-la diesis) la sesta prende il nome di aumentata; se l’ampiezza della sesta minore decresce di un semitono, la sesta prende il nome di diminuita (es. do diesis-la bemolle); entrambi questi intervalli sono dissonanti. b. Accordo di sesta, locuz. che designa (con varie specificazioni) tutta una serie di accordi di più suoni in cui la distanza tra la nota estrema inferiore e quella superiore è una sesta.