setaccio
setàccio (o stàccio) s. m. [lat. saetacium, der. di saeta «setola1»]. – 1. Arnese di uso domestico, costituito, nella forma più semplice, da un telaio di legno di forma cilindrica cui è fissato un fondo costituito da un tessuto, a maglie più o meno larghe, di crini, di canapa, di cotone, di seta, ecc., o da una reticella metallica; serve a separare la parte più fine da quella più grossa di una sostanza polverulenta (in partic. farina): s. fitto, rado. In usi region., anche l’arnese simile (ma, per lo più, tutto metallico), a fori più larghi, per passare pomodori, legumi, ecc. 2. Nella tecnica, dispositivo per l’analisi granulometrica di materiali granulari o polverulenti, sinon. di vaglio e, spec. quando i fori o le maglie sono di diametro grande, di crivello. In partic., s. granulometrici normali, reti metalliche (di ottone, acciaio inossidabile, nailon, ecc.), classificate generalm. in base alla luce netta delle maglie, cioè alla distanza (espressa in mm o μm [micromètri]) tra due fili successivi della rete, o in base al numero delle maglie per unità di lunghezza o di superficie; i sistemi più usati in Italia sono quello ISO (luce netta delle maglie, in μm) e quello anglosassone (numero di maglie per pollice lineare, detto anche numero di mesh o semplicem. mesh). 3. S. molecolare, zeolite naturale o più spesso artificiale caratterizzata da una struttura altamente microporosa che conferisce al materiale la capacità di agire come un setaccio per le molecole; tale azione si fonda proprio sulle restrizioni geometriche delle aperture dei pori: soltanto le molecole che sono piccole abbastanza per passare attraverso la finestra di entrata delle cavità possono essere adsorbite sulla loro superficie interna. Il termine è peraltro usato anche per altre sostanze con comportamento analogo; per la loro azione selezionatrice, i setacci molecolari vengono utilizzati per deumidificare gas, allontanare anidride carbonica e idrogeno solforato da idrocarburi leggeri, separare idrocarburi diversi (soltanto gli idrocarburi lineari sono adsorbiti in quanto, a differenza di quelli ramificati o ciclici, possono entrare nelle cavità); trovano impiego anche come catalizzatori in operazioni di cracking, isomerizzazione, polimerizzazione. 4. Setaccio di Eratostene, in matematica, sinon. di crivello di Eratostene (v. crivello, n. 2). ◆ Dim. setaccétto, setaccino.