setta
sètta s. f. [dal lat. secta, propriam. «séguito», da sectus, part. pass. di sequi «seguire»]. – 1. a. Associazione di persone che seguono e difendono una particolare dottrina filosofica, religiosa o politica: le tre s. de la vita attiva, cioè li Epicurei, li Stoici e li Peripatetici (Dante); spesso si intende che tale dottrina si oppone ad altra più diffusa o già affermata: le s. eretiche del cristianesimo orientale. In partic., come termine storiografico, ognuna delle società segrete che sorsero tra gli ultimi decennî del Settecento e i primi dell’Ottocento, nei varî paesi dell’Europa, con programmi e attività contrarî al governo o alla politica dei singoli stati: le s. liberali e democratiche; le s. reazionarie dell’Italia centro-meridionale; l’importanza delle s. nella lotta contro la Restaurazione in Europa. b. In usi estens. e fig., gruppo ristretto di persone che, in campo sociale, culturale, politico, economico, si attribuisce speciali diritti e privilegi dai quali è rigidamente escluso chiunque non faccia parte di quel gruppo: la s. dei finanzieri, dei banchieri; spirito di setta, spirito corporativo e fazioso. c. ant. e non com. Fazione, parte politica; congiura: fare setta, congiurare. 2. ant. Compagnia, insieme di seguaci: la bugiarda Orrigille lasciò con l’altra s. (Ariosto); O Macometto crudel, non ti duole Che spento sia il valor della tua setta? (Pulci), il più valoroso dei tuoi seguaci. Con sign. più determinato, regola, ordine religioso: Dal mondo, per seguirla, giovinetta Fuggi’mi ... E promisi la via de la sua setta (Dante), l’ordine delle Clarisse.