sfiancare
v. tr. [der. di fianco, col pref. s- (nel sign. 3)] (io sfianco, tu sfianchi, ecc.). – Rompere, fare aprire o scoppiare i fianchi: la tempesta minacciava di s. la nave; la piena ha sfiancato l’argine. Più spesso, deformare provocando una curvatura, una rientranza dei fianchi, di una parte laterale o centrale: l’urto violento dell’auto sbandata aveva sfiancato la rete metallica di divisione delle due corsie; le fatiche le hanno sfiancato il corpo; e come intr. pron., sfiancarsi: aratri primitivi, tirati da una mula stecchita e da un lento asinello che si sfiancava nello sforzo (Pirandello). In senso estens. e iperb., logorare per troppa fatica: s. il cavallo; questa salita mi ha sfiancato. ◆ Part. pass. sfiancato, anche come agg., nei sign. proprî del verbo: una struttura sfiancata; un ronzino sfiancato; la Carulì non era bella: col suo corpicino disarmonico, e già sfiancato dalla doppia gravidanza (Morante); e nel sign. estens.: tornarono verso sera dalla loro inutile caccia, sfiancati e trafelati come cani da corsa (I. Nievo).