sfintere
sfintère s. m. [dal lat. tardo sphincter -eris, gr. σϕιγκτήρ -ῆρος, der. di σϕίγγω «stringere»]. – In anatomia, genericam., muscolo breve di forma anulare (risultante dall’unione sulla linea mediana di due muscoli semiorbicolari) che, disposto intorno a un orifizio, ha la funzione, contraendosi, di restringerlo o chiuderlo: s. dell’ano, della vescica, ecc.; s. del coledoco (o s. di Oddi, dal nome del fisiologo Ruggero Oddi che lo scoprì nel 1887), situato allo sbocco del coledoco nella parete duodenale (ampolla di Vater); s. costrittore della pupilla, il complesso delle fibre muscolari lisce circolari dell’iride; s. delle palpebre, o muscolo orbicolare dell’occhio (v. orbicolare); con riferimento agli sfinteri dell’ano e della vescica, continenza, incontinenza degli s. (e controllo degli s.), le condizioni rispettivam. di normale efficienza o di insufficienza funzionale di chiusura operata dagli sfinteri. In psicoanalisi, morale degli sfinteri, la fase dell’evoluzione psico-istintuale infantile nella quale la più importante norma «morale» riconosciuta dal bambino sarebbe il sentimento che sia «bene» controllare le proprie funzioni escretive.