sfogare
v. intr. e tr. [der. di foga, col pref. s- (nel sign. 5)] (io sfógo, tu sfóghi, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) a. Uscire fuori liberamente, riferito a sostanze chiuse o compresse, gassose o liquide o semiliquide: un’apertura, una ventola per far s. il fumo, i vapori; i gas prodotti dalla combustione sfogano attraverso il (o dal) tubo di scappamento; incidere un ascesso per far s. il pus. b. In senso fig., di un sentimento o di un istinto a lungo repressi, manifestarsi liberamente, prorompere in forme esteriori: il risentimento popolare sfogò in atti di violenza. 2. tr. Manifestare in forme o con atti esteriori un sentimento, uno stato d’animo o un istinto fino a quel momento contenuti o controllati, soddisfacendoli o diminuendone la forza: s. l’odio, la rabbia, la sensualità; non è giusto s. il proprio malumore sugli altri; E quando l’arco de l’ardente affetto Fu sì sfogato, ... (Dante); fannolo principe, per potere sotto la sua ombra s. l’appetito loro (Machiavelli). 3. Nell’intr. pron. sfogarsi: a. Alleviare, attenuare un sentimento, uno stato d’animo o una passione, manifestandoli con parole e con atti: sfogarsi con un amico per tutte le umiliazioni sofferte; anche assol.: lasciate che si sfoghi, gli farà bene. b. Soddisfare, in tutto o in parte, un istinto, un desiderio, un impulso: sfogarsi a mangiare, a bere; i ragazzi, quando escono da scuola, si sfogano a correre e a gridare; beato lui che si sfoga cantando. In senso fig., alleviare una tensione: il tempo si sfoga! (quando, per es., si sentono i tuoni). c. Locuz. e costrutti partic.: sfogarsi contro uno, dire senza reticenze a lui stesso o ad altri quello che se ne pensa; sfogarsi su qualcuno, o con qualcuno, far ricadere ingiustamente su di lui il malumore, il risentimento o la tensione nervosa provocati da altri o dovuti a cause cui egli è del tutto estraneo: a casa non gli danno pace e lui in ufficio si sfoga sugli impiegati. ◆ Part. pass. sfogato, raro o ant. con uso di agg., detto di località e ambienti spaziosi, ampî, ariosi: stanza, camera sfogata; una vallata sfogata e aperta; voce sfogata, con ampio registro, che può sostenere le note più alte.