sfumare
v. intr. e tr. [der. di fumo, col pref. s- (nel sign. 5)]. – 1. intr. (aus. essere) a. ant. Consumarsi, dissolversi in fumo, in vapore; esalare, evaporare. b. estens. Dissolversi, svanire, venire meno: Si sfuma la nebbia dell’alba (Pascoli; più com. in senso fig.: sono illusioni giovanili che sfumeranno subito; avevo una speranza di sistemarmi bene, ma è già sfumata. c. In partic., riferito a colori, diminuire gradatamente d’intensità, di vivacità; digradare di tono: un rosso che sfuma nel violaceo; perdere gradatamente la precisione dei contorni: le linee del paesaggio cominciano a s. nella mezza luce del tramonto. 2. tr. a. Nella tecnica della pittura, attenuare la tonalità, l’intensità di un colore; passare gradatamente da un colore all’altro, senza stacco: s. le tinte. Nel disegno, attenuare e diffondere il colore o il segno tracciato col carboncino o con la matita mediante lo sfumo; o anche rendere indistinto il contorno di figure e oggetti: suole s. i suoi paesaggi per creare un’atmosfera romantica e sognante. Per estens., nel linguaggio letter., s. una frase, una battuta, un personaggio, renderli meno netti, meno decisi. b. In musica, nell’esecuzione strumentale e vocale, passare gradatamente da una nota all’altra, smorzando progressivamente l’intensità del suono. c. Nel cinema e in televisione, attenuare gradatamente la luminosità di un’inquadratura prima di passare a un’altra o ai titoli di coda, effettuare cioè il procedimento di dissolvenza. 3. tr. Con riferimento a capelli, acconciarli tagliandoli gradatamente fra la nuca e il collo: s. i capelli alti, bassi, facendo cioè la sfumatura più o meno alta sul collo. ◆ Part. pres. sfumante, anche come agg., raro, che sfuma, che ha i contorni o i colori non netti, non definiti: linee, tinte sfumanti. ◆ Part. pass. sfumato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).