siciliano
(ant. ciciliano) agg. e s. m. – 1. a. agg. Dell’isola di Sicilia: agrumi s.; vini s.; il dialetto s. (o, come s. m., il siciliano), il dialetto, o il complesso di dialetti, parlato in Sicilia; carretto s. (v. carretto); sfilato s., ricamo di origine molto antica che richiede il regolare ripetersi di punti su punti, con disegni caratteristici come stemmi araldici, fiori, piante, figure, animali stilizzati; scuola s., movimento letterario fiorito durante i primi tre quarti del sec. 13°, con centro alla corte di Federico II di Sicilia e dei suoi figli, spec. di Manfredi, che diede luogo a una vasta produzione lirica in volgare; rima s., tipo di rima imperfetta, frequente nella lirica duecentesca (per es., uso - amoroso; servire - piacere), dovuta in genere al copista toscano che, nella trascrizione dei testi poetici della scuola siciliana, adatta una delle due parole in rima al vocalismo toscano (v. soso); vespri s. (v. vespro). In zootecnia, razza s., denominazione di varie razze di animali, come cavalli (resistenti alla fatica e alle andature rapide), bovini (di forma grossolana, con mantello rosso e prevalente attitudine al lavoro), pecore (buone produttrici di lana, con mantello generalm. bianco e testa macchiata di nero ai lati e ventralmente), polli (oggi rarissimi, con cresta a coppa). Locuz. agg. e avv. alla siciliana, secondo le consuetudini, le tradizioni della Sicilia: cassata, cannoli alla siciliana. b. s. m. (f. -a) Abitante, nativo, originario della Sicilia. 2. In geologia, piano del pleistocene inferiore di facies marina, contemporaneo alla terza glaciazione, caratterizzato nella fauna dalla presenza di forme di climi freddi, tipico della piana di Palermo (rappresentato dalle argille profonde di Ficarazzi e dai calcari teneri del Monte Pellegrino), ma presente anche in Calabria e sulle coste del tirreno centrale.