sicurezza
sicurézza s. f. [der. di sicuro]. – 1. a. Il fatto di essere sicuro, come condizione che rende e fa sentire di essere esente da pericoli, o che dà la possibilità di prevenire, eliminare o rendere meno gravi danni, rischi, difficoltà, evenienze spiacevoli, e sim.: garantire la s. dei viaggiatori; i pirati insidiavano la s. del mare; promuovere una campagna pubblicitaria per la s. sulle strade; il ponte, così costruito, non dà garanzia di sicurezza; per maggiore s. ho portato con me i medicinali che potrebbero occorrermi; installare programmi antivirus per la s. informatica. b. In partic., con riferimento a società statualmente costituite: s. pubblica, condizione obiettiva di uno stato nel quale siano rispettati e fatti osservare i principî che lo reggono in modo da consentire ai singoli il tranquillo svolgimento delle proprie attività (e Pubblica s., oggi Polizia di stato, legge di Pubblica s., rispettivam. l’autorità preposta alla sicurezza pubblica e la legge che ne regola le funzioni e le attività); s. collettiva (o internazionale), condizione garantita da un accordo stipulato da una pluralità di stati, per cui ciascuno di essi può fare affidamento, ai fini della propria difesa contro una eventuale aggressione internazionale, sulla solidarietà collettiva di tutti gli altri stati; s. sociale (calco dell’ingl. social security), il complesso delle misure intese a trasferire alla collettività l’onere dei rischi (per es. malattie, infortunî) che colpiscono i singoli membri; servizî di sicurezza, o più esattamente servizî di informazione e di sicurezza, gli organismi variamente organizzati che, dipendenti dalla presidenza del Consiglio dei ministri e coordinati da comitati parlamentari e interministeriali, assolvono, sia in campo militare sia in campo civile, tutti i compiti operativi e informativi di controspionaggio e di sicurezza, antiterrorismo e antisabotaggio, al fine di preservare e garantire l’inviolabilità di installazioni, materiali e documenti tutelati dal segreto di stato e comunque la salvaguardia delle istituzioni democratiche (comunem., ma impropriam., sono detti anche servizî segreti per il carattere di estrema riservatezza che circonda il loro operato nonché l’identità degli addetti); Comitato di s. generale, nella Francia rivoluzionaria (v. comitato2, n. 2); Consiglio di sicurezza, organo delle Nazioni Unite (v. consiglio, n. 5 d). c. Negli autoveicoli, il complesso degli elementi costruttivi atti a prevenire incidenti o a limitarne le conseguenze per gli occupanti del veicolo stesso; s. attiva, relativa alle caratteristiche meccaniche di questo; s. passiva, relativa alla protezione degli occupanti e anche degli altri utenti della strada (resistenza differenziata della carrozzeria, imbottitura delle sporgenze dell’interno, cinture di sicurezza, eliminazione di elementi sporgenti e contundenti esterni, ecc.). 2. Di uso frequente la locuz. di sicurezza, con funzione per lo più aggettivale: a. Con riferimento a situazioni varie: camera di s., con due distinti sign. (v. camera, n. 2); certificato di s., documento rilasciato dalle capitanerie di porto, comprovante la rispondenza di una nave alle norme di sicurezza della navigazione, del quale deve essere munita ogni nave abilitata al trasporto di passeggeri; distanza di s., nel codice della strada, la distanza che i veicoli devono mantenere durante la marcia rispetto al veicolo che precede perché sia possibile in ogni momento l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni (per una diversa accezione dell’espressione nella tecnica militare, v. oltre, al n. 2 e); limite di s., il limite oltre il quale esistono reali possibilità di pericolo o di danno (anche non materiale); margine di s., la maggiore o minore tranquillità che si cerca di acquisire attraverso la predisposizione di quanto può concorrere ad allontanare eventuali rischi, di vario genere (per l’uso specifico di questa espressione nella tecnica delle costruzioni, v. oltre); misure di s., nel diritto penale, mezzi preventivi della criminalità; rotta di s., percorso, libero da ogni pericolo, che si lascia negli sbarramenti costituiti da mine o da altro mezzo, perché le navi amiche possano attraversarli senza danno; servizio di s., a bordo delle navi da guerra, l’organizzazione che provvede al bilanciamento della nave in caso di apertura di falle, allo spegnimento di incendî e, in generale, al ripristino dell’efficienza dell’abitabilità e delle qualità nautiche di una nave. b. Nella tecnica delle costruzioni: margine di s. (o semplicem. sicurezza), il margine esistente tra l’entità delle forze che in condizioni normali di esercizio agiscono su una costruzione (fabbricato per abitazioni, opera idraulica, ponte, strada, ecc.) e l’entità delle forze che ne provocherebbero la rottura; coefficiente di s., il rapporto tra l’entità delle forze che provocherebbero la rottura e quella delle forze effettivamente agenti nelle condizioni prese in esame; carico di s., frazione del carico di rottura, determinata per ciascun tipo di materiale resistente, che non deve essere superata dalla massima tensione interna della struttura in esercizio, se non si vuole ridurre il margine di sicurezza; grado di s., con riferimento alla progettazione di una struttura complessa, valutazione che tiene conto, in base alle regole del calcolo statistico, di tutte le cause di incertezza che concorrono a ridurre il margine di sicurezza della struttura. c. In numerose espressioni tecniche, indicanti oggetti o dispositivi varî atti a salvaguardare da determinati rischi o pericoli: carta di s., carta di tipo infalsificabile usata per le carte-valori, ottenuta con lavorazione accurata di materiali scelti, resistente alla rottura e allo sgualcimento, elastica, morbida, inalterabile, difficilmente soggetta a cancellature e graffiature; cassetta di s., data in locazione da banche o altri istituti, per conservarvi valori (v. cassetta, n. 1 b); chiusura di s., con speciale serratura a segreto; cintura di s., atta a vincolare la persona al sedile di un aereo o di un’automobile (v. cintura, n. 1 e); fiammiferi di s., o amorfi o svedesi (v. fiammifero); fondo di s. (su banconote, titoli azionarî, ecc.), la prima stampa di finissimi disegni che costituiranno il fondino su cui, in un secondo tempo, verranno impressi tutti gli altri elementi; interruttore di s. (o relè di s.), in elettrotecnica, quello che interrompe automaticamente un circuito quando l’intensità di corrente supera un determinato valore (sempre in elettrotecnica, sono detti di s. numerosi dispositivi e apparecchi ideati per ridurre al minimo la pericolosità per l’uomo: spine e prese di s., ecc.); impianto di illuminazione di s., quello che deve entrare istantaneamente in funzione quando viene a mancare l’alimentazione della rete; lampade di s., per minatori, atte a evitare lo scoppio di gas nelle miniere; rasoio di s. (v. rasoio, n. 1 a); serratura di s., locuz. generica con la quale ci si riferisce alle principali serrature moderne: serratura di s. a leve, serratura di s. yale, serratura di s. elettrica, ecc.; spillo di s. o da balia (v. spillo, n. 1 a); porta di s. (v. porta1, n. 1 b); uscita di s., nei locali e anche in alcuni mezzi di trasporto pubblici, uscita utilizzabile dagli occupanti in caso di pericolo, studiata in modo tale da rendere più rapido lo sfollamento; valvola di s. (v. valvola, n. 1 b); vetro di s. (v. vetro, n. 1 a); zona di s. (v. zona, n. 4 a). d. Nella tecnica militare: congegno di s., che ha lo scopo di impedire il funzionamento prematuro e intempestivo di armi, di spolette e di artifici esplosivi diversi (bombe a mano, mine, ecc.); esplosivi di s., che esplodono in seguito alla mescolanza, effettuata solo al momento dell’impiego, di due sostanze che separatamente non sono esplosive; distanza di s., quella che deve intercorrere fra il punto d’arrivo dei proietti d’artiglieria e le truppe amiche al fine di non esporre queste ultime al fuoco della propria artiglieria; dispositivo di s., l’insieme di posti di guardia, di reparti portati in avanti, e anche sui lati e alle spalle, di una grande unità militare, per impedire che attaccanti nemici possano sorprenderla in situazioni d’inferiorità (negli alloggiamenti, in riposo, ecc.). e. Nell’alpinismo, manovra di s. (o semplicem. sicurezza, o fare s.), manovra di corda che un componente della cordata mette in atto al punto di sosta mentre il compagno procede, per ridurre al minimo o neutralizzare le conseguenze prodotte dall’eventuale caduta del compagno: si compie per lo più facendo passare un anello di cordino o di fettuccia attorno a uno o più ancoraggi naturali (spuntoni di roccia) o artificiali (chiodi, meglio se interponendo un moschettone), e assicurando quindi, per mezzo di uno o più moschettoni, la corda di cordata all’anello di cordino (o fettuccia) anzidetto. 3. a. Condizione di chi è sicuro di sé, di chi cioè, per avere fatto sufficiente esercizio o per innata abilità, compie senza esitazione e con precisione gesti, esercizî fisici e sim., o anche operazioni intellettuali: vedo che guidi ormai con s.; ha acquistato notevole s. nel lancio del giavellotto; disegno eseguito con s. di tratto; legge e traduce il greco con molta s.; ha risposto con grande s. a tutte le domande; l’indagine va condotta con s. di metodo. b. Condizione di chi ha fiducia in sé stesso, nelle proprie capacità e possibilità: come fai ad avere tanta s.?; la sua eccessiva s. mi innervosisce. 4. a. Assoluta attendibilità, certezza: la s. delle informazioni, delle notizie, delle prove. b. Fermo convincimento: mi sono rivolto a te nella s. che mi avresti aiutato.