silicone
silicóne s. m. [der. di silicio]. – In chimica organica, denominazione data attualmente a polimeri di silossani organici costituiti da catene di atomi di ossigeno e silicio alternati, con le valenze residue del silicio saturate da radicali organici (metilici, etilici, fenilici, ecc.): s. fluidi, quelli a struttura lineare, che si presentano come liquidi relativamente mobili, incolori, insolubili in acqua, non tossici, particolarmente stabili al calore e agli agenti chimici, usati, tra l’altro, come lubrificanti, fluidi idraulici, dielettrici, agenti antischiuma, impermeabilizzanti, agenti lucidanti, cosmetici e, con varie applicazioni, in chirurgia plastica; s. solidi, quelli a struttura reticolata, di consistenza gommosa o rigida, dotati di grande stabilità termica e inerzia chimica, repellenza all’acqua, resistenza agli agenti atmosferici, usati come gomme speciali, come resine da stampaggio, per la fabbricazione di laminati e di vernici resistenti ad alte temperature, come rivestimento per recipienti da cucina, e, in chirurgia plastica, per sostituire o correggere strutture ossee, cartilaginee e formazioni molli (pratica spesso sottoposta a restrizioni e controlli, sia negli Stati Uniti d’America sia nei paesi europei, in seguito all’accertamento di effetti collaterali negativi spec. nei casi di interventi di plastiche al seno).