sinchisi
sìnchiṡi s. f. [dal gr. σύγχυσις «confusione», comp. di σύν «con, insieme» e tema affine a χέω «versare»]. – 1. Nella retorica classica, forma accentuata di iperbato, in cui l’ordine abituale delle parole è scardinato da una disposizione a incastro, con conseguenze dannose, in certi casi, per la perspicuità del contesto; se ne hanno esempî frequenti nella poesia latina (nella quale le desinenze dei casi facilitavano la costruzione logica delle parole), non rari tuttavia anche nella poesia italiana: per es., le dal Sol percosse Del suo fiotto inegual spume d’argento (Bettinelli). 2. In oculistica, la diminuzione di consistenza del corpo vitreo, meno accentuata in casi collegabili con l’età senile, più accentuata e grave in casi patologici, per lo più secondarî a malattie che coinvolgono le strutture oculari contigue (per es., coroiditi).