sinfonia
sinfonìa s. f. [dal gr. συμϕωνία «accordo di suoni», comp. di σύν «con, insieme» e ϕωνή «suono»]. – 1. a. poet. Complesso armonico di suoni e voci: dì perché si tace in questa rota La dolce s. di paradiso Che giù per l’altre suona sì divota (Dante). b. In musica, composizione per orchestra, variamente sviluppatasi a partire dal 16° secolo, in cui designava una composizione solo strumentale, con carattere introduttivo per un’opera, un oratorio o una cantata; dalla seconda metà del 17° secolo la sinfonia si stabilizzò nello schema tripartito allegro-adagio-allegro e, a partire dal secolo successivo, si sviluppò anche come autonoma composizione da concerto, svincolandosi da funzioni introduttive e acquisendo la propria fondamentale fisionomia con il periodo classico, alla fine del Settecento. Ripartita in quattro movimenti (analogam. alla sonata, al trio, al quartetto), con un allegro iniziale come primo movimento, un adagio o andante come secondo, un minuetto (o scherzo) come terzo e un finale-allegro (spesso in forma di rondò) come quarto movimento, la sinfonia si caratterizza per l’impiego di una compagine orchestrale ampia e complessa, per la ricchezza sonora e per la valorizzazione dei caratteri peculiari che sono proprî delle diverse famiglie orchestrali così da divenire uno dei mezzi espressivi più tipici e significativi del Settecento e dell’Ottocento, presente nella produzione dei compositori più importanti con stili, strutture e modi di elaborazione diversi, relativi al periodo storico e alle personalità dei singoli. Dopo quello di Haydn, Mozart e Beethoven, nel periodo classico, molto significativo per la forma sinfonica è stato, nel periodo romantico, il contributo di Schubert, Mendelssohn, Schumann, Brahms, Bruckner, Čajkovskij e Mahler, mentre nel 20° secolo la sinfonia ha cessato di essere la forma prediletta per le realizzazioni orchestrali dei compositori, in seguito all’affermazione di forme più libere e variamente articolate. Tradizionalmente, può essere denominata col numero d’ordine che ha nella serie complessiva di composizioni dello stesso genere di un autore, o col numero d’opus riferito all’intera produzione di un autore, o infine con l’indicazione della tonalità (così, per es., è equivalente dire, con riferimento a Beethoven, Sinfonia n. 5, o Sinfonia op. 67, o Sinfonia in do minore). Nelle opere liriche del Settecento e dell’Ottocento italiani il termine ha continuato a designare la parte orchestrale introduttiva: la s. della Semiramide di Rossini, della Norma di Bellini. 2. fig. a. letter. Complesso armonicamente strutturato di elementi omogenei: s. di colori, di linee. b. scherz. e fam. Insieme di suoni, rumori, voci sgradevoli: senti che sinfonia fanno questi gatti!; smettila di frignare, ne ho abbastanza di questa s.!; discorso noioso e spiacevole, rimprovero, rimbrotto ripetuto e monotono: tutti i giorni ci dobbiamo sorbire questa s.; non gli rispondere, se no ricomincia la sinfonia. ◆ Dim. sinfoniétta, composizione in forma di sinfonia, ma più piccola di dimensioni e in genere affidata a un’orchestra da camera o comunque ridotta rispetto a quella normale.