singolarita
singolarità (ant. singularità) s. f. [dal lat. tardo singularĭtas -atis, der. di singularis «singolare»]. – 1. ant. Qualità di ciò che concerne una singola persona; con valore concr., ciò che è individuale, che interessa un singolo individuo: intesono alle loro singularità, e lasciarono il ben comune (G. Villani). 2. Il fatto di essere singolare, qualità di chi o di ciò che è singolare (nei varî sign. estens. e fig.); particolarità, eccezionalità, originalità, stranezza: la s. di un fatto, di un caso; con valore concr., al plur.: tra le sue s. c’è anche quella di non portare mai la cravatta, neanche nelle occasioni ufficiali. In partic.: a. Nel linguaggio filos., il carattere di irripetibilità, inconfondibilità, unicità, proprio del singolo, del soggetto personale: la s. dell’io. b. In matematica, caratteristica di un ente che presenta una situazione particolare, eccezionale rispetto agli altri (v. singolare, n. 1 d): la curva ha una s. in P, il punto P è un punto singolare della curva. Scioglimento o scoppiamento o risoluzione delle s., procedimento della geometria proiettiva che, data per es. una curva piana con una singolarità, consiste nel costruire una curva nello spazio, priva di singolarità, che abbia come proiezione la curva originaria. c. In fisica, s. gravitazionale, punto dello spazio-tempo in cui il campo gravitazionale ha un valore infinito (per es., i buchi neri). d. In linguistica, non com., appartenenza alla classe grammaticale del singolare: la s., in molte lingue, non è espressa da nessun morfema particolare.