sinistra
s. f. [femm. sostantivato dell’agg. sinistro; la distinzione fra destra e sinistra in senso parlamentare e politico segue l’esempio francese, che risale agli anni della Rivoluzione]. – 1. La mano che è dalla parte corrispondente al cuore e che nella maggior parte delle persone è meno agile e forte dell’altra: scrive bene anche con la sinistra. 2. Il lato del corpo corrispondente alla mano sinistra: alla mia s., alla tua s., ecc., dalla parte sinistra rispetto a me, a te, ecc. (per il criterio di riferimento in base al quale si determina la destra e la sinistra rispetto a una persona, a un luogo o a un oggetto, v. destra); andare, girare, prendere a s.; arrivato al ponte, voltò, senza esitare, a s. (Manzoni); trovarsi a s. (anche alla s., dalla s., sulla s.), sulla parte sinistra di una strada, rispetto a un punto di riferimento; guardare, guardarsi a destra e s., sia in senso proprio (per es., prima di attraversare una strada, a piedi o con un veicolo, come misura prudenziale) sia con sign. estens., guardare da ogni parte; la s. di una fila, di uno schieramento militare; fronte a sinistr(a)!, attenti a sinistr(a)!, comandi militari; così ancora nelle frasi tenere la s. (procedere, camminare tenendosi sulla parte sinistra della strada), discendere da s., dalla s. (di una vettura, di un tram, ecc.); per guida a s. (in autoveicoli), v. guida, n. 7. In partic., nelle didascalie di opere teatrali, il lato che sta a sinistra di chi, dal palcoscenico, guarda verso gli spettatori; in marina, la parte della nave disposta a sinistra del suo piano diametrale guardando verso prua (contrario di dritta): l’àncora di s.; a sinistra!, ordine dato al nostromo; in riferimenti geografici e topografici, la s. di un fiume, il lato sinistro di chi guarda verso la foce e in genere verso la parte in cui si dirige la corrente; nel linguaggio araldico, la s. dello scudo, la parte dello scudo a destra di chi l’osserva. 3. a. Nel parlamento, i settori dell’emiciclo che sono alla sinistra del presidente (il cui seggio è posto di fronte all’emiciclo stesso). Per estens., l’insieme dei deputati che occupano ordinariamente quei settori, e anche i partiti o i gruppi politici (generalm. i partiti a carattere popolare e progressista originariamente di matrice liberale e successivamente di ispirazione socialista e comunista) da essi rappresentati: i rappresentanti, i voti della s.; una s. moderata; l’estrema s.; le forze di s.; i giornali, la stampa di s.; intellettuali di s.; essere di s.; anche al plur.: l’unione delle s.; le s. hanno votato contro il rinvio delle elezioni. In partic., s. storica (in contrapp. a destra storica), quella risorgimentale, del parlamento subalpino e poi dei parlamenti italiani, fino all’ultimo decennio del sec. 19°, identificatasi dal 1848 con il partito democratico, e inizialmente caratterizzata, rispetto alla destra, per la posizione insurrezionale assunta riguardo al problema dell’unità e dell’indipendenza, e successivamente per la maggiore attenzione prestata alle esigenze popolari; nuova s., espressione che è stata usata in Italia e in altri paesi occidentali per indicare l’insieme dei movimenti e gruppi politici, di varia matrice ideologica, che, a partire dagli anni ’60 del Novecento, in seguito a varî fattori di carattere internazionale (per es., il manifestarsi dei primi sintomi di crisi in partiti socialisti, la nascita di nuovi modelli del socialismo in paesi come Cuba e la Cina, la forte crescita di masse studentesche insoddisfatte dei contenuti e dei metodi di insegnamento), si sono sviluppati in opposizione alla struttura sociale, agli istituti politici e ai modelli culturali dominanti; costituitisi al di fuori e spesso contro i partiti tradizionali della sinistra, tali movimenti e gruppi politici sono indicati anche con l’espressione s. extraparlamentare, che ha designato l’insieme dei gruppi e dei movimenti politici, spec. estremistici, privi di rappresentanza parlamentare (a seguito di questa contrapposizione l’espressione s. storica è stata estesa a indicare i partiti tradizionali della sinistra). b. Con valore più generico, con riferimento a partiti, gruppi e movimenti politici, a scuole e correnti filosofiche e ideologiche, artistiche e letterarie, la parte più aperta a innovazioni radicali: la s. democristiana (o i democristiani di s.); la s. hegeliana.