sintassi
s. f. [dal gr. σύνταξις «associazione, organizzazione», comp. di σύν «con, insieme» e τάξις «sistemazione»]. – 1. Nella linguistica descrittiva, una delle quattro parti tradizionali della descrizione linguistica, che ha per oggetto lo studio della connessione di unità minori per formare unità maggiori; si differenzia dalle altre tre parti (fonologia, morfologia, lessicologia) in quanto si occupa dei fonemi, morfemi e vocaboli non presi per sé stessi ma calati nel contesto della frase, cioè dei procedimenti (uso di modificazioni fonologiche, uso di morfemi, ordine delle parole e delle frasi) mediante i quali il parlante pone in mutuo rapporto gli elementi lessicali per la formazione di un’espressione compiuta (frase, periodo); considera pertanto sia i procedimenti unici per un certo tipo di rapporto e perciò insostituibili, sia i procedimenti eleggibili a scelta del parlante. In partic.: s. sincronica, s. diacronica (o storica), a seconda che sia sincronica o diacronica l’analisi descrittiva; s. contrastiva, quella risultante da un’indagine che verte sul confronto tra i procedimenti sintattici di due o più lingue, considerate ciascuna in una prospettiva sincronica, e che serve a evidenziare le peculiarità e le differenziazioni delle varie lingue, ai fini dell’apprendimento e anche di una classificazione tipologica; s. comparata, ramo della sintassi diacronica che ha come oggetto di indagine lo studio della evoluzione parallela della sintassi di lingue dello stesso gruppo o sottogruppo linguistico. 2. Nella linguistica normativa, l’insieme delle norme che regolano l’uso dei procedimenti mediante i quali le unità significative si combinano in frasi e in periodi: la s. greca, italiana, francese (quindi, nell’ambito scolastico, usare una s. corretta, scorretta; in questo compito ci sono molti errori di s.); anche, in senso concr., l’opera, il volume, il libro di testo in cui sono esposte tali norme: ha già comprato tutti i libri di testo, gli manca solo la s. latina. 3. In logica matematica, lo studio delle proprietà e delle relazioni formali di un linguaggio logico, che sono indipendenti dal significato attribuito ai simboli (di cui si occupa invece la semantica); le regole della sintassi specificano cioè come vanno costruite le formule e come si deve operare sui simboli e sulle formule (calcolo logico); in partic., rientrano nella sintassi i concetti di dimostrazione e di teorema, perché una dimostrazione va condotta senza far riferimento a casi particolari o a significati specifici. 4. In informatica, insieme di regole per la corretta costruzione delle istruzioni in un linguaggio di programmazione (spec. in un linguaggio simbolico); errore di s., errore nella scrittura di un algoritmo (di per sé corretto) nel linguaggio di programmazione. 5. In senso estens. e fig., nelle arti figurative, nella musica, nel cinema, il complesso dei rapporti intercorrenti tra i varî elementi compositivi: s. dei volumi, dei colori, delle immagini; s. musicale; s. filmica.