slargare
v. tr. e intr. [der. di largo, col pref. s- (nel sign. 5)] (io slargo, tu slarghi, ecc.). – 1. Forma espressiva e intensiva di allargare, usata quasi esclusivam. nell’accezione propria di rendere più largo, più ampio: s. un’apertura; s. un passaggio; mettere le scarpe nella forma per slargarle; non ti mettere i miei guanti, hai le mani più grosse e me li slarghi; meno com. in usi fig. come s. il cuore (più com. allargare il cuore): io appena l’ho visto, mi son sentito s. il cuore (Panzini). Come intr. pron., diventare più largo: in quel punto, la strada comincia a slargarsi; una maglia di lana finissima, che non si slarga; il cerchio dei curiosi si slargò. Come intr. (aus. avere), nel linguaggio tecnico tipografico, di caratteri con occhio largo che occupano molto spazio nella riga: è un tipo di carattere che slarga molto. 2. Nell’uso marin., come intr. o intr. pron., è forma rara invece di largarsi o scostarsi, per indicare la manovra con la quale una nave si allontana o da un’altra, o da terra, o da un ostacolo qualunque.