smarrire
v. tr. [der. del francone *marrjan, cui si attribuisce il sign. di «irritarsi, essere di cattivo umore», col pref. s- (nel sign. 6)] (io smarrisco, tu smarrisci, ecc.). – 1. Non riuscire più a trovare qualcosa che prima si aveva o si sapeva dove fosse: s. il portafoglio, la carta di identità, e fig. s. il senno, il giudizio; s. la strada, la via (e fig. s. il filo del discorso, non ricordarsi più di quanto si stava dicendo, non riuscire a proseguire), e assol., come intr. pron., smarrirsi, sbagliare strada, non riuscire a ritrovare la strada, a orientarsi: in quei vicoli è molto facile smarrirsi; si era smarrito nel bosco; Sì come cieco va dietro a sua guida Per non smarrirsi (Dante). 2. intr. pron. Perdersi d’animo, e anche confondersi, turbarsi profondamente, rimanere sbigottito: è uno che non si smarrisce in nessuna occasione; mi son visto portar via senza smarrirmi un’intiera gamba da una cannonata (Baretti). Anticam. anche trans., con valore causativo: di viso sì fiero Ch’arìa smarrito ogni anima sicura (Berni). 3. Con uso intr. (aus. essere o avere), scolorire, stingersi: E smarrisce il bel volto in un colore Che non è pallidezza, ma candore (T. Tasso); con questo sign., il verbo è tuttora vivo e comune in dialetti dell’Italia settentr.: sono colori, tinte, o stoffe, che smarriscono facilmente; hai visto com’è smarrita questa camicetta! ◆ Part. pass., smarrito, anche come agg. (v. la voce).