smeraldo
s. m. [lat. smaragdus (attraverso una forma pop. *smaraudus), gr. σμάραγδος, voce di origine orientale]. – 1. a. Pietra preziosa di grande pregio, varietà di berillo di intenso colore verde erba per la presenza di piccole quantità di ossido di cromo, fortemente pleocroico, spesso con inclusioni e difetti interni che lo rendono fragile (s. ghiacciato); è di solito tagliato, se di buona qualità, nella forma rettangolare del «taglio a gradino», costituito da una tavola e 76 facce (detto in gioielleria anche taglio a smeraldo). Essendo quasi esauriti ormai i giacimenti indiani, che davano le pietre migliori, gli smeraldi provengono attualmente da giacimenti russi, brasiliani, colombiani. b. Nome dato in commercio ad altre varietà di minerali di colore simile a quello dello smeraldo, e cioè: s. orientale, corrispondente a un corindone verde; s. del Brasile, una tormalina verde; s. degli Urali, un granato demantoide; s. di litio, uno spodumene verde; s. di rame, un diottasio. c. Imitazioni commerciali dello smeraldo sono: lo s. sintetico (o ricostituito), ottenuto mediante procedimenti per fusione con miscele di ossido di alluminio, ossido di silicio e ossido di berillio, in presenza di ossido di cromo e ossido di ferro come coloranti; e lo s. falso, preparato con vetro strass colorato da ossidi di rame e di ferro. 2. Con riferimento al colore della pietra preziosa, come agg. e s. m., sempre invar., verde s., colore s. o assol. smeraldo, punto di verde vivo e lucente: un vestito verde s. (o un vestito smeraldo); un mare s. o colore s.; prati smeraldo o colore smeraldo; frequente anche, sia nell’uso poet. sia nel linguaggio com., la locuz. aggettivale di smeraldo (dove la pietra preziosa è assunta come termine di raffronto): Raggia davanti all’uscio una gran pianta, Che fronde ha di smeraldo e pomi d’oro (Poliziano); prati di smeraldo; occhi di smeraldo.