smog
〈smòġ〉 s. ingl. [incrocio di smoke «fumo» e fog «nebbia»], usato in ital. al masch. – Nebbia scura e pesante (detta talora in ital. nebbia nera), costituita da minutissime particelle provenienti da varie fonti (traffico veicolare, impianti di riscaldamento domestico, attività industriali), che agiscono sia come centri di condensazione per l’umidità atmosferica sia come superfici catalitiche per reazioni tra i gas presenti nell’atmosfera (a seconda delle radiazioni che prevalgono, si può avere uno s. ossidante, o fotochimico, nelle zone dove è intensa la radiazione luminosa, o uno s. riducente); si forma a bassa quota per lo più nei grandi concentramenti urbani o in prossimità di complessi industriali, allorché le condizioni meteorologiche sono tali da rendere l’aria molto stabile, impedendone il mescolamento verticale, in partic. quando è presente nell’atmosfera una inversione di temperatura (v. temperatura, n. 1 a) e lo strato di aria calda impedisce il movimento verso l’alto dello strato di aria più fredda sottostante; in tale situazione si possono avere effetti dannosi sulla popolazione, sugli animali e sulle piante, sui manufatti e sulle opere d’arte: la situazione è grave ... Se non la risolviamo, anche le nostre città saranno soffocate dallo smog (I. Calvino); prendere provvedimenti, adottare misure contro lo smog, o anti-smog (anche in grafia unita: v. antismog).