soave1
soave1 (ant. süave) agg. [lat. suavis, della stessa radice di suadere «persuadere»]. – 1. Che dà ai varî sensi e all’animo un’impressione di dolcezza delicata e gentile: sapore, profumo s.; Così a l’egro fanciul porgiamo aspersi Di soavi licor gli orli del vaso (T. Tasso); La fragola gentil che di lontano Pur col soave odor tradì sé stessa (Parini); voce s., gradevole, armoniosa; un soave venticello (Boccaccio), leggero e piacevole; estens.: Cantano i loro amor soavi augelli (Poliziano), uccelli dalla voce soave. E con riguardo all’effetto sull’animo: sguardo, sospiro s.; parole, melodie s.; Li atti soavi ch’ella mostra altrui (Dante). In senso esclusivam. spirituale, che ha in sé e che infonde sentimenti di una dolcezza tenera e serena: affetti, ricordi s.; una s. mestizia, una s. malinconia. Più genericam., che riesce dolce, gradito: era pieno di s. attenzioni; Odi quali il mattino a te soavi Cure debba guidar con facil mano (Parini); nulla è più soave, Dio, che la fine del dolor (Pascoli). 2. ant. Agevole, non faticoso: quand’ella [la montagna] ti parrà soave Tanto, che sù andar ti fia leggero ... Allor sarai al fin d’esto sentiero (Dante). Tranquillo, placido: con soave passo, molto della bellezza del luogo parlando, in cammino si misero (Boccaccio). 3. Con valore di avv., ant. e poet., in modo dolcemente delicato e grato: Quel rosignuol che sì soave piagne (Petrarca); con pacata dolcezza: Fatto silenzio, alto e soave parla Il Podestà (Pascoli); placidamente, tranquillamente: Cavalca tosto in piano, Soave nel montano (Francesco da Barberino). ◆ Avv. soaveménte, nei varî sign. dell’agg.: profumare, parlare, sospirare soavemente; Risonava la selva intorno Soavemente all’ôra mattutina (Poliziano); ant., piano, con delicatezza: fatto il botticello riempiere d’un simil vino e fattolo soavemente portare a casa di messer Geri ... (Boccaccio).