sociale
agg. [dal lat. socialis, der. di socius, v. socio]. – 1. a. Che vive in società: l’uomo è un animale sociale. Per estens., in zoologia ed etologia, il termine qualifica le relazioni tra individui della stessa specie, che si concretano nei comportamenti s., ossia nell’insieme delle azioni codificate con cui i membri della specie svolgono le principali funzioni del ciclo vitale quali la riproduzione e il nutrimento (rientrano in questa categoria, tra l’altro, i rituali di accoppiamento, le cure parentali e il territorialismo); tali comportamenti caratterizzano sia le specie s., costituite da gruppi permanenti di due o più individui (gruppi s. o società) sia le specie solitarie, nelle quali si manifestano nel corso delle interazioni temporanee tra individui (per es., durante la riproduzione o nella difesa delle risorse); sono, inoltre, comunem. chiamati insetti s. le specie di imenotteri e isotteri che presentano il massimo grado di organizzazione sociale, quali alcune specie di formiche, api e termiti. Per analogia, in fitogeografia, di pianta che non vive isolata, bensì in gruppi, più o meno estesi e densi, di individui della stessa specie. b. Che riguarda la società umana, che ha attinenza con la vita dell’uomo in quanto partecipe di una comunità nella quale ha, o dovrebbe avere, sostanziale diritto di parità rispetto agli altri membri: doveri s.; ordine sociale, v. ordine, n. 2 d; patto s. (v. patto, n. 1 b); la realizzazione di una giustizia s.; protestare contro le ingiustizie s., ecc.; analogam. si parla di arte s., pittura s., fotografia s., cinema s., ecc., con riferimento a quelle tendenze che, nell’ambito della comunicazione ed espressione artistica, sono orientate alla denuncia e alla documentazione delle ingiustizie e delle contraddizioni sociali. Scienze s., il complesso delle discipline che studiano i fenomeni relativi alla società umana, utilizzando concetti e metodi differenti; ne fanno parte la sociologia, l’economia, le scienze storiche e politiche, la demografia, nonché particolari settori disciplinari, quali la psicologia sociale, la sociolinguistica, la geografia sociale e la biologia sociale; con riferimento all’antropologia, si parla di antropologia s. per indicare il ramo delle discipline antropologiche di matrice inglese, distinte dall’antropologia culturale di matrice statunitense dalla quale si differenzia per il prevalente interesse di studio dei sistemi sociali, in partic. delle strutture di parentela. c. Che riguarda l’ambiente in cui si vive, le persone con cui si è a contatto: la vita s.; relazioni, rapporti s.; le convenzioni sociali. d. Con sign. più specifico, relativo alla struttura e all’organizzazione di una determinata società storica: la questione s.; le forze, le classi s.; le categorie s. più deboli; provvedimenti che riguardano soltanto alcune fasce s.; i problemi s. dell’Italia nel primo dopoguerra; il programma s. di Mazzini. In demografia, movimento s. della popolazione, le variazioni quantitative e strutturali del complesso degli abitanti di un paese o di una regione per il solo effetto delle migrazioni. e. Nel linguaggio della politica e dell’economia, si usa soprattutto con riferimento a programmi e aspirazioni tendenti verso un miglioramento delle condizioni di vita della società e in special modo dei lavoratori: legislazione s.; rivendicazioni s.; garantire la sicurezza s. (v. sicurezza, n. 1 b); previdenza s.; servizî s., quelli socialmente utili (v. più avanti); l’assistenza s.; stato s., espressione di largo uso, preferita, in quanto più neutra, a quella di stato assistenziale come traduz. dell’espressione ingl. equivalente welfare state (v.); il costo, la spesa s. (di una riforma, di un provvedimento). Per gli e le assistenti s., v. assistente, n. 3 a. Assicurazioni s., quelle che mirano a coprire il rischio della mancanza di lavoro e della perdita della capacità lavorativa dei prestatori d’opera (v. assicurazione, n. 2). f. Con accezione propria, centro s., denominazione generica di comunità, cittadine o di quartiere, costituite per lo più da giovani di un deciso orientamento politico e seguaci di comuni ideologie che usano come luogo di aggregazione edifici o locali spesso fatiscenti o illegalmente occupati, dove svolgono attività di svago e di ricreazione, dedicandosi talora anche a opere di assistenza e di aiuto volontario a persone che ne abbiano bisogno. g. Come s. m., il sociale, tutto ciò che concerne la vita, le relazioni, i problemi di una determinata società e dei suoi componenti (sinon., spesso, di socialità): un governo progressista che ha come suo primo interesse il s.; una Chiesa, o un vescovo, un sacerdote, ecc., che affianca la cura del s. a quella spirituale. 2. Che riguarda una particolare associazione e i suoi soci o membri: l’attività, la vita s.; gita, riunione s., a cui possono partecipare soltanto i soci; nel linguaggio teatrale, compagnia s., gestita direttamente dai suoi stessi componenti. Con riferimento a società commerciali: sede s., la sede giuridica della società; ragione s. (v. ragione, n. 8); capitale s., il capitale di cui dispone la società (ma l’espressione è usata anche con altro senso in economia; v., per l’uno o per l’altro sign., capitale3, ai luoghi 1 b e 1 e). Come locuz. aggettivale, è usata nel linguaggio finanziario l’espressione in sociale, per indicare l’operazione commerciale o finanziaria il cui risultato economico viene ripartito per convenzione fra due o più persone o imprese; è detto anche in sociale il conto deputato a rilevare nella contabilità del partecipante a uno o più affari in sociale le operazioni compiute e i rapporti di debito e di credito con altri partecipanti che dalle operazioni stesse derivano. 3. Con riferimento al sign. latino di socius «alleato, confederato», guerre s., le guerre insorte, nell’antichità greco-romana, tra membri di una stessa confederazione: la guerra s. achea, in Grecia (219-217 a. C.); la guerra s. italica, degli alleati italici dell’Italia centro-meridionale contro Roma (91-88 a. C.). ◆ Avv. socialménte, sotto l’aspetto sociale: un paese socialmente arretrato o, al contr., molto evoluto; lavori, mestieri socialmente utili, quelli che gli enti locali possono affidare, a tempo determinato, a disoccupati, cassintegrati, disabili, e sim. (manutenzione di giardini, cura e custodia di beni ambientali e culturali, opera di assistenza, ecc.), così detti in quanto danno occupazione a chi non ce l’ha e garantiscono nello stesso tempo servizî importanti per la collettività.