soddisfare
(tosc. o letter. sodisfare; ant. satisfare) v. tr. e intr. [lat. satisfacĕre, comp. di satis «abbastanza» e facĕre «fare»] (pres. io soddisfàccio o soddisfò o soddisfo, tu soddisfài o soddisfi, egli soddisfà o soddisfa [ant. soddisface], noi soddisfacciamo e fam. soddisfiamo, voi soddisfate, essi soddisfanno o soddìsfano; pres. cong. io, tu, egli soddisfàccia o soddisfi, noi soddisfacciamo, voi soddisfacciate, essi soddisfàcciano o soddìsfino; il resto della coniug. segue fare). – In senso generale, fare, dare quanto è richiesto o dovuto. Può costruirsi, senza sostanziali differenze, come trans., con il compl. oggetto della persona o della cosa che si soddisfa, o come intr. (aus. avere), con il compl. indiretto della persona o della cosa su cui si soddisfa espresso con la prep. a o, nei pronomi, con il dativo. 1. Appagare, contentare: s. il pubblico, i lettori, gli utenti; è un ristorante, un barbiere, un calzolaio che non soddisfa i clienti; s. un capriccio, un desiderio; s. un bisogno, una necessità; nella produzione si deve cercare di s. i gusti e le esigenze dei consumatori; non fu poi la mancanza di denaro che mi rendesse difficile di soddisfare il mio vizio (Svevo); s. una donna, appagarla sessualmente. Come intr., è poco usato con compl. di persona (s. al pubblico più raffinato; è un giornale che non soddisfa alla massa dei lettori), e più com. con compl. di cosa: s. al gusto della clientela, s. a una richiesta, a una preghiera; s. alla propria ambizione; l’uomo abbisogna di molte cose, a le quali uno solo satisfare non può (Dante); qui l’esperienza non mi manca, da soddisfare alla tua domanda (Leopardi). Raro come intr. pron., contentarsi, essere soddisfatto: non è uno che si soddisfi facilmente. 2. Fare, dare quanto è dovuto o richiesto: s. un debito, pagarlo; s. i creditori (raro ai creditori), dare loro ciò che devono avere; s. i proprî impegni o ai proprî impegni; s. agli obblighi di leva, adempierli. Dare soddisfazione, riparare, fare ammenda, spec. in senso morale e religioso: s. un’offesa o a un’offesa; s. le colpe, i peccati commessi (v., per il valore ecclesiastico, soddisfazione); E qui convien ch’io questo peso porti Per lei [per il peccato di superbia], tanto che a Dio si sodisfaccia (Dante), sia pagato il debito contratto peccando; Io vo’ saper se l’uom può sodisfarvi Ai voti manchi sì con altri beni (Dante), se può fare qualcosa che compensi i voti non adempiuti. 3. In senso fig., essere in accordo con, rispondere a, in espressioni come s. a una premessa, a un principio, s. a una condizione, e sim. In partic., in matematica significa che un certo valore verifica una condizione, un problema, che un certo ente rispetta o verifica un principio, una legge o proprietà; si dice, per es.: un numero è soluzione di un’equazione se soddisfa l’equazione stessa; la moltiplicazione fra numeri soddisfa la proprietà commutativa; si può applicare un teorema quando sono soddisfatte le ipotesi, ecc. Con sign. analogo, in logica matematica, si dice che una formula è soddisfatta da certi elementi di una struttura (v. anche soddisfacibile). ◆ Part. pres. soddisfacènte e part. pass. soddisfatto, anche come agg. (v. le rispettive voci).