sofisma
(ant. sofismo) s. m. [dal lat. sophisma, gr. σόϕισμα -ατος, der. di σοϕίξεσϑαι «fare ragionamenti cavillosi; usare argomenti sofistici»] (pl. -i). – 1. a. In filosofia, ragionamento apparentemente valido ma non concludente perché contrario alle leggi stesse del ragionamento; o anche ragionamento che, pur partendo da premesse vere o verosimili e rispettando le leggi del ragionamento, giunge a una conclusione inammissibile, assurda (per es., gli argomenti di Zenone contro il movimento). Storicamente il termine, nel suo primo e più comune sign., è l’equivalente di paralogismo. b. S. matematico, dimostrazione apparentemente rigorosa, che conduce però a un risultato palesemente assurdo. 2. Nell’uso corrente, qualsiasi ragionamento cavilloso e falso, anche se in apparenza coerente: questi sono s.!; i suoi s. non mi convincono; Chi dietro a iura e chi ad aforismi Sen giva, e chi seguendo sacerdozio, E chi regnar per forza o per sofismi (Dante).