soggettivo
(ant. suggettivo) agg. [dal lat. tardo subiectivus, der. di subiectum: v. soggetto2 e cfr. subiettivo]. – 1. a. Che riguarda il soggetto, che ha fondamento nel soggetto: valore s. dei giudizî. Più specificamente, come termine della filosofia e della psicologia, qualifica sia ciò che non si può pensare esistente se non in rapporto con il pensiero, sia ciò che è tipico di un solo individuo cosciente, in opposizione a ciò che è comune a tutti gli individui. b. Nell’ambito giuridico, in contrapp. a diritto oggettivo (cioè il complesso delle norme giuridiche vigenti in un dato ordinamento), il diritto soggettivo indica la pretesa nutrita da un soggetto e riconosciuta legittima e meritevole di tutela da parte dell’ordinamento giuridico; si distingue anche tra diritti s. assoluti (per es., il diritto di proprietà), rivendicabili nei confronti di qualsiasi altro soggetto, e diritti s. relativi (per es., i diritti di credito), validi esclusivamente nei confronti di soggetti specificamente determinati o determinabili (nell’esempio, i debitori). c. Che riflette idee e sentimenti personali, preferenze individuali: giudizio s.; descrizione, esposizione s. di un fatto; considerazioni s.; un’interpretazione di Eschilo molto soggettiva. d. In medicina, di sensazioni o stimoli avvertiti dall’individuo, ma non obiettivabili con l’esame clinico o con mezzi strumentali: sono tali la maggior parte delle sensazioni dolorose, le parestesie, le false vertigini, ecc. In tutti questi sign. si oppone a oggettivo e obiettivo. 2. In grammatica: a. Proposizione s., proposizione subordinata che compie la funzione di soggetto rispetto al verbo della proposizione reggente. In ital. queste proposizioni possono avere forma esplicita, introdotte dalle cong. che e come (es. «può anche accadere che io non possa venire»; «che tu possa pensare questo, è assurdo»; «come lui sia venuto a saperlo, è un mistero»), o implicita, con il verbo al modo infinito (es.: «trattarlo così, è stato proprio ingiusto»; «errare è umano»). Nel latino classico le proposizioni soggettive sono infinitive, hanno cioè il verbo all’infinito con l’eventuale soggetto in caso accusativo. b. Genitivo s., il genitivo che esprime, rispetto al sostantivo reggente, il rapporto di soggetto (per es., in lat., amor matris in liberos = mater amat liberos; animi metus = animus metuit). Gli corrisponde, in ital., il complemento di specificazione soggettiva («il rispetto dei figli verso i genitori»; «la partenza del treno»). ◆ Avv. soggettivaménte, in modo soggettivo: valutare, giudicare, considerare soggettivamente, dal proprio punto di vista, secondo il proprio modo di pensare e di sentire.