solarizzazione
solariżżazióne s. f. [der. di solare1]. – 1. a. In botanica, distruzione della clorofilla e quindi inattivazione dei cloroplasti (detta anche stanchezza dei cloroplasti) dovuta a eccessiva illuminazione; le piante sciafile sono più sensibili alla solarizzazione rispetto a quelle eliofile. b. In agraria, tecnica di parziale sterilizzazione del terreno, che utilizza l’energia solare: si attua coprendo il terreno, nel periodo estivo, con un film sottile di plastica, incolore e trasparente. 2. Nella tecnica fotografica, effetto in base al quale un’emulsione fotografica, se esposta a una sorgente di luce di intensità superiore a una certa soglia (e comunque superiore a quella richiesta in una normale esposizione), una volta immersa nel bagno di sviluppo subisce una inversione del tono e appare bianca anziché nera. Il nome deriva dal fatto che nelle negative in cui è stato inquadrato il sole, questo risulta bianco (per cui nell’immagine positiva si osserva un disco nero). Tale effetto viene normalmente utilizzato per ottenere particolari risultati grafici illuminando una stampa o una negativa (già impressionata con una corretta esposizione dall’immagine che si vuole elaborare, ma non ancora fissata) con una sorgente di luce relativamente intensa (per es., il lampo di un flash) e procedendo poi a un nuovo sviluppo al fine di ottenere (in modo più o meno accentuato) la suddetta inversione dei toni.