sole
sóle s. m. [lat. sōl sōlis]. – 1. a. In astronomia, la stella attorno alla quale gravitano i corpi del sistema planetario di cui fa parte la Terra; rispetto alla nostra galassia occupa una posizione alquanto periferica lungo uno dei bracci a spirale, a circa 8000 parsec dal centro galattico; come tutte le altre stelle contribuisce al moto di rotazione della galassia descrivendo un’orbita completa in circa 200 milioni di anni; la sua breve distanza dalla Terra, 149,6 milioni di km (che la luce percorre in circa 8 minuti) rende il Sole una stella privilegiata per l’osservazione: è l’unica stella il cui diametro apparente sia visto sotto un angolo sensibile di circa 32 minuti di arco (tutte le altre stelle appaiono al telescopio come puntiformi) ed è possibile risolvere da terra dettagli della sua superficie di dimensioni di circa 300 km, per cui la sua osservazione riveste un ruolo fondamentale anche per la formulazione delle teorie sull’evoluzione stellare; è pressoché sferico con un raggio di circa 696.000 km pari a 109 volte quello medio terrestre, una massa di 1030 kg (330.000 volte la massa terrestre), una magnitudine apparente di −26,8 e una magnitudine assoluta di 4,83; nella sequenza principale occupa una posizione intermedia che lo definisce come una stella nana media di colore giallo appartenente alla classe spettrale di luminosità G2V (v. spettrale, n. 2 b); ruota attorno a un asse inclinato di circa 83 gradi sull’eclittica con un periodo, crescente con la latitudine, che sul piano equatoriale è di circa 25 giorni; la sua età, stimata in base alle teorie sull’evoluzione stellare, risulta essere dell’ordine di 4,5 miliardi di anni. Al suo interno il Sole è una sfera di gas caldo, fortemente opaca per tutti i tipi di radiazioni (ad eccezione dei neutrini), per cui osservazioni dirette della struttura interna si estendono solo per poche centinaia di km: sulla struttura solare si possono avanzare solo delle ipotesi sulla base dei dati di osservazione raccolti alla superficie; il modello che attualmente riscuote maggior credito, detto modello standard del S., ipotizza che all’interno di esso, come in tutte le stelle appartenenti alla sequenza principale, la composizione chimica sia abbastanza uniforme e che esso si trovi in una condizione di equilibrio idrostatico, per cui le forze gravitazionali, che tenderebbero a farlo collassare, risultano ovunque perfettamente equilibrate da forze di pressione che tendono invece a farlo espandere; un’ipotesi aggiuntiva prevede che esso sia in equilibrio termico, per cui, benché il gradiente di temperatura dall’interno, molto caldo (15 milioni K), verso la superficie, più fredda (circa 5800 K), generi un flusso netto di calore verso l’esterno, l’energia prodotta nelle profondità interne uguaglia esattamente l’energia perduta dalla superficie sotto forma di radiazione. Nella parte più interna (detta nucleo), la pressione, la temperatura e la densità del gas raggiungono valori sufficienti a innescare reazioni nucleari di fusione, principalmente quelle della catena denominata pp (protone-protone), nella quale due protoni formano un nucleo di deuterio che si fonde con un altro protone producendo un nucleo di elio He3; due nuclei di He3 danno luogo a un nucleo di He4 e 2 protoni: complessivamente si ha dunque la trasformazione di quattro protoni in un nucleo di He4 con sviluppo di energia soprattutto sotto forma di fotoni e neutrini (che data la loro scarsa probabilità di interazione con la materia, riescono ad attraversare liberamente tutto lo spessore solare e possono raggiungere la Terra, dove la misura del loro flusso costituisce l’unica possibile verifica diretta del modello standard del Sole); i fotoni si propagano per successivi assorbimenti e riemissioni che ne diminuiscono l’energia, attraverso la cosiddetta zona radiativa, fino a trasformarsi in radiazione termica che viene poi trasmessa per convezione attraverso la zona convettiva, raggiungendo la superficie. Questa è costituita da uno strato sottilissimo (circa 500 km) e trasparente alla radiazione, detto fotosfera, che mostra una struttura granulare rapidamente variabile (detta granulazione solare, manifestazione in superficie della struttura a celle convettive dello strato sottostante) interrotta da zone oscure, o macchie solari, zone più fredde che si presentano isolate o più spesso in gruppi e sono la manifestazione dei campi magnetici che attraversano in maniera non uniforme la superficie solare; intorno alla fotosfera la cromosfera e la corona formano, assieme alla sua parte superiore, l’atmosfera solare, attraverso la quale, sempre per irraggiamento, si trasmette, sotto forma di radiazioni elettromagnetiche, l’energia proveniente dal nucleo e fonte essa stessa di radiazioni corpuscolari, dovute in parte all’espansione dei gas costituenti i suoi strati più esterni e in parte all’attività dei centri della fotosfera e della cromosfera. Quest’ultima è una regione di transizione dello spessore di circa 10.000 km, di colore rosa vivo, il cui orlo, osservabile al bordo del Sole nei momenti che precedono e seguono un’eclisse, appare dentellato per i getti di materia lanciati verso l’esterno (protuberanze) e sede anche di fenomeni attivi, quali i brillamenti; il suo strato inferiore, a contatto con la fotosfera (rispetto alla quale ha temperatura più bassa), viene detto strato invertente, per l’effetto di assorbimento che ha sullo spettro della fotosfera, per cui è responsabile della presenza delle righe scure sullo spettro solare. La corona è l’involucro di gas estremamente rarefatti, di colore bianco perlaceo, che si estende per milioni di km fuori dal globo solare; dalla sua parte più esterna, da cui si sollevano lunghi getti di materia (pennacchi), emana un flusso di particelle che raggiunge anche la Terra (vento solare). L’aspetto dell’atmosfera solare rivela al telescopio e agli altri mezzi di osservazione, attraverso le macchie, i brillamenti, ecc., il verificarsi nella sua massa di grandiosi perturbamenti (attività solare), molti dei quali a carattere periodico: si parla di Sole attivo nei periodi, undecennali, nei quali l’attività solare è maggiore, di Sole quieto negli altri. Con riferimento al corpo celeste, Sole è considerato dagli astronomi, e in genere nelle trattazioni scientifiche, come nome proprio, e scritto perciò con iniziale maiuscola; nell’uso comune prevale invece (come per luna) l’iniziale minuscola, e ciò spec. quando ci si riferisce non al corpo celeste in sé ma alla luce, al calore solare, o quando il termine è adoperato in senso fig., o fa comunque parte di una fraseologia acquisita: il disco, i raggi del s.; il giro, o moto di rivoluzione, della Terra intorno al S.; il moto apparente del S. intorno alla Terra; sotto il s., sulla terra, nel prov. niente di nuovo sotto il s. (talvolta citato nella forma latina: nihil sub sole novi). Per il s. di mezzanotte, v. mezzanotte. Con riguardo al percorso dell’astro attraverso i segni dello zodiaco: il S. entra, è, si trova in Ariete, nella Libra, in Capricorno, ecc. Con riguardo all’apparente moto diurno del Sole rispetto alla Terra: il s. sorge, nasce, spunta, si leva o si alza; il s. è alto sull’orizzonte; il s. tramonta, cala, scende, cade (letter. declina, si corica, muore), va giù, va sotto (quando si vede tramontare sul mare); Sorge il mattino in compagnia dell’alba Innanzi al sol, che di poi grande appare Su l’estremo orizzonte (Parini); il sorgere, la levata del s.; il tramonto, il cadere (meno com. la caduta) del s.; mettersi in cammino al levar del s.; coricarsi al calar del s.; letter., il sol levante (v. levante, n. 1), il s. oriente, il s. occidente. b. Nella misura astronomica del tempo, allo scopo di ottenere idealmente un moto regolare del Sole sull’eclittica, si definiscono S. fittizio, quello che, partendo dal perigeo insieme al Sole vero, descrive l’eclittica con velocità angolare costante, ritornandovi insieme al Sole vero, e S. medio quello che, partendo dal punto equinoziale di primavera insieme al Sole fittizio, descrive l’equatore celeste con moto uniforme, ritornando allo stesso punto dopo un anno tropico assieme al Sole fittizio. c. Per analogia, il nome di sole è stato usato talora come sinon. di stella in genere, spec. quando questa si consideri come centro di un sistema planetario: nell’universo ci sono infiniti altri soli. 2. a. La luce solare, in quanto arriva con maggiore o minore intensità sulla Terra: c’è, non c’è s., c’è un bel s., c’è poco s. (secondo che il cielo sia sereno o nuvoloso); una giornata senza s., o al contr. piena di s.; non c’è sabato senza s., detto popolare, nato dall’osservazione o credenza che sono rari i giorni di sabato in cui il sole non si mostri almeno per breve tempo; quando piove e c’è il s., il diavolo fa all’amore, altro proverbio popolare; s. fulgido, splendente, sfolgorante, raggiante, o pallido, velato; un raggio di s.; un occhio di s. (per gli usi proprî e fig. di quest’espressione, v. occhio, al n. 7 d); il riflesso, il riverbero del s.; vedere il s. a scacchi, scherz., essere in carcere (dove la luce passa attraverso le inferriate); tornare a rivedere il s., di persona che per qualche motivo era rimasta lungo tempo al buio, o di cosa che era sepolta o dimenticata; occhiali da s., con vetri colorati per difendere gli occhi dalla luce troppo viva (v. occhiali); fig., è chiaro come il s., è più chiaro del s., di cosa evidente, ovvia. Di solito, per riferirsi alla luce solare, si dice semplicem. luce o sole, ma in alcuni casi, spec. in espressioni enfatiche, è comune la luce del s.; per es.: amare come la luce del s., moltissimo; agire alla luce del s. (o del giorno), in modo aperto, senza sotterfugi. b. Con riguardo al calore: scaldarsi al s.; un s. rovente, che brucia, che scotta; un tiepido s. di primavera; la vampa del s.; nell’uso letter., spec. per riferirsi alle condizioni climatiche, anche al plur.: nel tempo d’està, che erano già l’erbe secche dagli accesi Soli (Vico); i s. cocenti dell’Africa; i miti s. delle regioni mediterranee. Più spesso con riguardo alla luce e al calore insieme: prendere il s. (hai preso troppo s., a chi, per esserci stato troppo esposto, ha la pelle arrossata); abbronzarsi al s.; come picchia il s. oggi!; ripararsi dal s.; ombrellino, ombrellone da s.; fare la cura del s., pop. fare i bagni di s. (v. elioterapia); colpo di s., in medicina e in botanica, v. colpo, n. 5 b (e, per la medicina, anche insolazione). Talvolta s’intende invece un luogo, un punto, illuminato dai raggi del sole, battuto dalla sua luce: stare, mettersi al s., sdraiarsi al s.; lèvati dal s.; Zufola e soffia il serpe per la biscia, Mentre ella con tre lingue al sol si liscia (Poliziano). Si definiscono talvolta paesi del s., o terre del s., le regioni mediterranee, in contrapp. ai paesi nordici dell’Europa, meno soleggiati e spesso nebbiosi. Per ragioni simili, si chiama autostrada del S. l’autostrada Milano-Napoli (detta anche A1). c. In senso ampio, che include tutti i sign. precedenti, e considerando sempre il sole non come astro in sé, ma con riferimento alla luce, al calore che da esso giungono a noi e di cui è la sorgente: tu onore di pianti, Ettore, avrai ... finché il Sole Risplenderà su le sciagure umane (Foscolo); il s. meridiano; il s. di gennaio, di luglio, d’agosto; vendere il sol di luglio, fig., v. luglio; farsi onore (o farsi bello) del sol di luglio, fig., vantarsi di un fatto del quale non si ha alcun merito; casa, stanza, giardino pieni di s.; casa esposta al s., che ha la facciata volta a mezzogiorno; dove entra il s. non entra il medico, aforisma con cui si affermano i vantaggi igienici dell’aria e della luce; una zona dove batte, o dove non batte mai, il s.; fam. scherz., dove non batte il s., le parti deretane del corpo (gli diede un calcio dove non batte il s.); fig., avere qualcosa al s., avere qualche proprietà (terreno o edificio): questa buona gente son risoluti d’andare a metter su casa altrove, e di vender quel poco che hanno al s. qui (Manzoni); avere, pretendere, conquistarsi un posto al s. (v. posto2, n. 7 a); mettere le radici, o le barbe, al s., di una pianta, sradicarla, abbatterla; mettere le scarpe al s., morire di morte improvvisa o violenta (in origine, espressione del gergo degli alpini). 3. poet. Giorno, oppure le ore chiare del giorno, dal sorgere al tramonto del sole: quattro soli e altretante lune il mio corpo né da cibo né da sonno fu riconfortato (Sannazzaro); nel seguente sole Giunsero al fiume (Ariosto); Intero un s. al lagrimar si doni (V. Monti); al nuovo s., all’alba del giorno successivo: Goffredo alloggia ne la terra, e vòle Rinovar poi l’assalto al novo s. (T. Tasso). Anche, poet., anno (in quanto ogni anno si rinnova il ciclo delle stagioni): Poi appresso convien che questa caggia Infra tre soli (Dante); lasciato nell’isola del foco, quivi nutricato da erbe ... vidi più soli in molta miseria (Boccaccio). 4. a. In similitudini e in usi metaforici, è simbolo della bellezza, della potenza, della sapienza: una fanciulla bella come il s., che è un raggio di s., un vero s.; Uno spirto celeste, un vivo sole Fu quel ch’i’ vidi (Petrarca); la sua figura brilla, splende come un s.; Re Sole, appellativo del re di Francia Luigi XIV. Di persona grandemente amata: è il mio s., il suo s.; meglio è morire, Che senza te, mio sol, viver poi cieco (Ariosto); con altro traslato: Così mi disse il sol de li occhi miei (Dante), Beatrice, in quanto, come simbolo della teologia, è luce alla mente del poeta. Frequente anche, nel linguaggio poetico o ascetico, come attributo di Dio (sommo S., S. di giustizia e sim.): Ringrazia il Sol de li angeli (Dante); Vergine bella, che di sol vestita, Coronata di stelle, al sommo Sole Piacesti (Petrarca). Nella concezione dantesca del paradiso, il cielo del S. è il quarto cielo del sistema tolemaico, quello nel quale appaiono al poeta gli spiriti sapienti. b. In alcune espressioni fig., enfatiche, simboleggia la funzione di luminosa guida, di meta ideale e sim.: il s. della libertà. In partic., il s. dell’avvenire, espressione assunta a simbolo del socialismo: è nel 4° verso dell’Inno dei lavoratori (1886) di F. Turati musicato da A. Galli: «Sulla libera bandiera Splende il sol de l’avvenir»; si trova però già prima in una lettera di G. Garibaldi del 5 agosto 1873 (agli amici del Gazzettino rosa): «l’Associazione internazionale dei Lavoratori è il Sole dell’avvenire». c. poet. Al plur., gli occhi (di una bella donna o della donna amata): Sotto duo negri e sottilissimi archi Son duo negri occhi, anzi duo chiari soli (Ariosto). 5. Monte del S., in chiromanzia, una delle sette sporgenze del palmo della mano, che hanno interesse in relazione alla lettura di essa; è situato alla base dell’anulare e indicherebbe, se pronunciato, idealismo, senso estetico, amore del lusso. 6. Pietra di s., in mineralogia, sinon. di avventurina, nel sign. 2 b. ◆ Dim., pop., solicèllo (v.), non com. solicino.