solenne
solènne agg. [dal lat. sollemnis (anche solemnis e solennis), prob. comp. di sollus «tutto» e annus «anno» (quindi propriam. «che avviene, che si ripete tutti gli anni»)]. – 1. a. Che si celebra con pompa e apparato eccezionale, riferito a feste, cerimonie e manifestazioni religiose o civili che rivestono una particolare importanza: la s. incoronazione dell’imperatore; liturgia s., messa s., un s. triduo, un Te Deum s.; pronunciare i voti s.; esequie s., un s. funerale; tributare s. onoranze a qualcuno; nozze s., celebrate con grande pompa (con altro senso, nella storiografia di G. B. Vico, le nozze celebrate in Roma con speciale rito, riservate ai soli patrizî: i plebei romani prima desiderano nobiltà con le nozze solenni all’uso de’ nobili). In partic., giuramento s., il giuramento di fedeltà prestato dai militari davanti a tutto il proprio reparto schierato; encomio s., rimprovero s., ricompensa al merito, o rispettivam. punizione militare, comunicata all’interessato in forma ufficiale e con particolari modalità. Più genericam., di tutto ciò che si compie o avviene con grande pompa: il pontefice fece il suo s. ingresso nella basilica; gli sono state preparate accoglienze solenni; quindi, splendido, magnifico: un s. convito. b. letter. Riferito a giorno, in cui ricorre una festività: la turba De’ pastori festanti ... a diporto Si sta ne’ dì s. (T. Tasso); Questo dì fu s. (Leopardi). 2. a. Che per sé stesso, o per i suoi modi, il suo aspetto, il suo carattere, ispira sentimenti di rispetto o di riverenza: un personaggio d’aspetto s.; un paesaggio s.; O Spirto! supplichevoli A’ tuoi s. altari ... (Manzoni); pio bove ... solenne come un monumento Tu guardi i campi liberi e fecondi (Carducci); anche in senso più astratto, con riferimento a situazioni intensamente significative: il momento era particolarmente solenne. b. Serio, grave, sostenuto: tra le memorie così varie e così s. d’un infortunio generale (Manzoni); avere un portamento, un incedere s.; parlare con tono s.; anche scherz., per esprimere una gravità eccessiva e sproporzionata alla circostanza: che aria s. hai oggi! c. Didascalia musicale che prescrive un’esecuzione sostenuta e religiosamente maestosa. 3. estens. a. Grande, straordinario; soprattutto in tono iron. o con valore iperb.: gli affibbiò un s. schiaffo, un s. manrovescio; è una s. menzogna; gli diede una s. smentita; ha ricevuto una s. sgridata; si è preso una s. sbornia. b. letter. Di persona, grande, eccellente: Fammi in tra gli altri, o Gloria, sì solenne, Ch’io batta insino al cel teco le penne (Poliziano); anche esperto, autorevole: insieme incominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un s. e gran lapidario (Boccaccio). Oggi solo in tono scherz. o iron. (cfr. l’uso simile di insigne): sei un s. bugiardo!; è un s. briccone, un s. somaro. c. Nell’uso ant., con valore genericam. superlativo: spesse volte insieme si favellavano e toccavansi la mano, ma più avanti per la s. guardia del geloso non si poteva (Boccaccio), cioè per la guardia attenta e accurata. ◆ Avv. solenneménte, in forma solenne: celebrare solennemente una ricorrenza, una festività; giurare, promettere solennemente.