sollecitare
(ant. sollicitare) v. tr. e intr. [dal lat. sollicitare «agitare fortemente», der. di sollicĭtus «sollecito1»] (io sollécito, ecc.). – 1. tr. a. Fare pressione, insistere presso altri perché facciano al più presto quanto avevano promesso o si erano impegnati a fare, o quanto si era loro richiesto; è riferito sia alla persona o all’ente cui ci si rivolge: s. l’impresa perché finisca i lavori; s. la sarta, il calzolaio; sia alla cosa per cui si fa premura: s. una risposta; s. la consegna di un lavoro. b. Chiedere insistentemente, brigare per ottenere qualcosa, spec. valendosi di raccomandazioni e aderenze: s. favori; s. incarichi; s. posti ben remunerati. c. fig., letter. Incitare, eccitare: s. al peccato; con più instanzia che prima non faceva la cominciò a sollicitare a quello che egli di lei disiderava (Boccaccio). Stimolare, spronare: s. l’ingegno, la fantasia; s. lo spirito critico degli alunni; chiamo e sollicito li fedeli d’Amore a piangere (Dante). Anche, affrettare: s. il passo, il cammino; con entrambi i sign. precedenti: Come nel chiostro vergine romita ... Sollecita il suo cembalo ispirata (Foscolo), affretta le note sul cembalo (quasi stimolando lo strumento). 2. tr. In fisica, sottoporre a sollecitazione (v.), riferito a sistema, strumento di misura, elemento che è sensibile a (e quindi viene sollecitato da) una determinata grandezza fisica. 3. intr., ant. Affrettarsi, sbrigarsi (non usato nelle forme composte): sollecita di venir a capo degli tuoi studi (Caro); anche con la particella pron., sollecitarsi. ◆ Part. pass. sollecitato, con valore verbale: una risposta più volte sollecitata; onorificenze sollecitate; e nel sign. meccanico: le parti più sollecitate di una struttura.