soprannaturale
(meno com. sovrannaturale) agg. [comp. di sopra- (o sovra-) e naturale]. – Nel linguaggio com., che supera il corso ordinario della natura (sinon. in questo caso di preternaturale); o che trascende i limiti dell’esperienza e della conoscenza umana (equivalente quindi a trascendente): cose, fatti, fenomeni s.; forza s.; potenza s.; in usi fig. e iperb., fuori dall’ordinario, prodigioso: essere dotato di una forza s.; avere una bontà soprannaturale. Con valore più partic., divino, celeste (in contrapp. a umano, terreno): ordine s.; aiuto, intervento s.; il fine dell’uomo è la felicità s. (Segneri). Sostantivato con valore neutro, il s., tutto ciò che sta al disopra della natura, manifestandosi come non soggetto alle sue forze e alle sue leggi: credere, non credere al s., nel s.; negare l’esistenza del soprannaturale. In teologia, il soprannaturale (in cui rientrano anzitutto la grazia e la visione intuitiva di Dio, ma anche la rivelazione) si definisce variamente in relazione al modo di concepire la natura: per diversi secoli è prevalso, nella scolastica di connotazione aristotelica, un concetto di soprannaturale come ciò che sta al di là e al di sopra della natura intesa come «natura pura» cioè autonoma, in sé compiuta; in questa prospettiva il soprannaturale è ciò che si aggiunge dall’esterno, come dono gratuito di Dio. Nella teologia contemporanea, riprendendo i grandi temi della patristica, si è accentuata l’intima connessione tra soprannaturale e naturale nei destini dell’uomo e della sua storia, così da rifiutare l’idea di «natura pura», ponendo invece nella natura stessa dell’uomo, in quanto creatura di Dio, la radice della sua aspirazione al soprannaturale e quindi alla grazia, alla visione di Dio e, più ampiamente, alla partecipazione della vita di Dio. Di qui il rifiuto di considerare, dal punto di vista della concreta realtà esistenziale, una radicale dicotomia tra soprannaturale e naturale, e l’insistenza sul tema dell’incarnazione come assunzione e divinizzazione dell’umanità da parte di Cristo, momento centrale nell’economia della salvezza che afferma l’elevazione di ogni realtà nell’orizzonte del soprannaturale. ◆ Avv. soprannaturalménte, non com., in modo soprannaturale.