soprannome
soprannóme (ant. sopranóme) s. m. [comp. di sopra- e nome; cfr. il lat. mediev. supernomen]. – 1. ant. Nome che, per distinguere meglio una persona, viene dalla persona stessa o da altri aggiunto al nome proprio, derivandolo generalm. dal nome di uno dei genitori, del luogo di origine, o da un appellativo (corrispondente quindi, nell’uso antico, al cognome dell’uso moderno): Mia donna venne a me di val di Pado, E quindi il sopranome tuo si feo (Dante), cioè il cognome del poeta, e degli altri appartenenti allo stesso ramo familiare degli Alighieri, deriverebbe dal nome della moglie di Cacciaguida, un’Alighiera della valle padana; gli era de’ Grimaldi caduto il sopranome e solamente messere Erminio Avarizia era da tutti chiamato (Boccaccio). 2. Nome, diverso dal nome proprio e dal cognome, con cui, spec. in ambienti popolari, professionali e studenteschi, si usa chiamare e indicare una persona: si chiama Renzo Grassi, ma tutti lo conoscono con il s. di Morino; è svelto di mano, e infatti per s. lo chiamano il Gatto; il letterato fiorentino Giovanni Mazzuoli, più noto col suo s. di Padre Stradino. ◆ Il soprannome, che risponde a esigenze di concretezza e a ricerca di espressività, spesso scherz. e iron., ha sempre un significato trasparente, alludendo per lo più a caratteristiche fisiche della persona cui è riferito (per es., il Rosso, la Bionda, il Moro e il Morino, il Barbarossa, dal colore dei capelli e del pelo; il Lungo, il Magro, dalla corporatura; il Guercio, lo Storpio, lo Sciancato, lo Sfregiato, da imperfezioni), a particolari attitudini e qualità (per es., il Gatto, la Volpe, e altri nomi di animali assunti a simbolo di doti e difetti; il Mangia, il Trinca, derivati dai rispettivi verbi; talora consiste in una locuz., come Testa di ferro), al luogo di nascita o di provenienza (per es., la Romanina, la Toscanina, il Marsigliese), a circostanze varie (Senzaterra, ecc.). A soprannomi risalgono i cognomina latini (per es., Cicero «quello dal cece», Naso «nasuto», Flaccus «dalle orecchie flaccide», Verres «cinghiale», ecc.), e soprannomi in origine sono gran parte dei nostri cognomi (per es., Borboni, Nasini, Fabbri, Bevilacqua, Leoni, Passerini, Meloni); anzi il fatto che i cognomi siano stati legalmente fissati e resi ereditarî ha sostituito il più antico sistema per cui gli individui venivano distinti, fra l’altro, dal soprannome, ma, ciò nonostante, questo resta sempre in uso poiché, basato generalm. su una caratteristica individuale, e non di rado animato da un’umoristica o ironica visione del soggetto, risulta spesso più espressivo del nome e del cognome che l’individuo riceve anagraficamente.