sospendere
sospèndere v. tr. [lat. suspĕndĕre, comp. di sub «sotto» e pendĕre «tenere appeso»] (coniug. come appendere). – 1. letter. Attaccare, fissare un oggetto in alto in modo che non tocchi terra o il piano d’appoggio: Viene al tempio con gli altri il sommo duce; E qui l’arme sospende (T. Tasso); alzare in alto, sollevare da terra: Poi che l’un piè per girsene sospese, Maometto mi disse esta parola; Indi a partirsi in terra lo distese (Dante). Molto più raro di appendere nel linguaggio com., è invece di uso specifico nel linguaggio tecn., per es. in fisica: s. una massa a un centro di oscillazione. 2. fig. a. Interrompere per un periodo di tempo determinato o indeterminato: s. la seduta per un’ora; s. i lavori per mancanza di fondi; s. le ricerche, le indagini; la partita è stata sospesa dopo il primo tempo; per difficoltà finanziarie, la rivista ha sospeso temporaneamente le pubblicazioni; sospenderò la cura per alcuni giorni; meno com., rimandare: mi sono ammalato e ho dovuto s. la partenza. In partic.: s. un treno, una corsa, sopprimerli provvisoriamente; s. gli assegni, la paga, cessare temporaneamente di corrisponderli; nel linguaggio comm., s. i pagamenti, cessare temporaneamente di far fronte ai proprî impegni nei confronti dei creditori. b. Con oggetto di persona, privare temporaneamente dell’esercizio delle proprie funzioni, del proprio servizio e ufficio, di diritti, come forma di sanzione disciplinare e penale: s. un funzionario, un impiegato, nelle amministrazioni pubbliche; e per estens., s. un alunno dalle lezioni, dalla scuola, come punizione disciplinare nelle scuole elementari e medie; s. un sacerdote, come provvedimento disciplinare ecclesiastico (v. sospensione, nel sign. 3 b). ◆ Part. pass. sospéso, con valore verbale e di agg. (v. la voce).