sottigliare
v. tr. e intr. [lat. tardo subtiliare, der. di subtilis «sottile»] (io sottìglio, ecc.). – Forma ant. per assottigliare, rendere più sottile, e nell’intr. pron. farsi sottile: de l’etterno consiglio Cade vertù ne l’acqua e ne la pianta Rimasa dietro, ond’io sì mi sottiglio (Dante, Purg. XXIII, 61-63), variante offerta da alcuni codici e edizioni per m’assottiglio, che è la lezione accolta nell’edizione da noi seguita; solea dire ... se nodo s’avvicina al pettine, quanto il più si può sottigliarlo e aprirgliene il passo fra’ denti (D. Bartoli). Come intr. (aus. avere), fu anche in uso con il sign. di sottilizzare, disputare sottilmente: i savi saracini cominciaro a sottigliare (Novellino).