sotto
sótto prep. e avv. [lat. sŭbtus, avv., der. di sŭb «sotto»]. – È l’opposto di sopra e, come questo, ha soprattutto valore locale, indicando che un oggetto è, rispetto a un altro, in luogo più basso, in posizione inferiore; può dipendere da verbi di quiete o di moto, e da sostantivi. Come prep., può subire l’elisione davanti a vocale, spec. in alcune espressioni (come sott’acqua, ecc.). 1. prep. a. Di cose che sono a contatto, può esprimere l’idea che quella inferiore sostenga l’altra, che le sia di base, di appoggio: mise un piattino s. la bottiglia; aveva messo due libri s. il lume per tenerlo sollevato; aveva due cuscini s. la testa; lo aiutava a camminare sorreggendolo s. le braccia. Oppure che la cosa superiore o più esterna copra o avvolga o rivesta l’altra, o che le gravi sopra: s. la giacca aveva solo una leggerissima camicetta; gli si eran formate delle bollicine s. la pelle; ficcarsi s. le lenzuola, s. le coperte; la campagna dormiva s. un denso strato di neve; mettere, tenere qualcosa s. un peso; mettere s. i piedi, calpestare, montare sopra; e in senso fig., mettere, tenere qualcuno sotto i piedi, umiliarlo, assoggettarlo; restare s. le macerie; seppellire s. terra (v. sottoterra e sotterra); andare, finire s. il treno, s. le ruote di una macchina; solo in senso fig. l’espressione ridere s. i baffi (v. baffo). Talora indica la superficie di un oggetto rivolta verso il basso: s’era fatto un taglio s. il mento; mi fa male s. il piede. b. Di cose non a contatto ma a una certa distanza l’una dall’altra: si nascose s. il letto; il cane s’era accucciato s. il tavolo; dormire s. la tenda; vivere s. lo stesso tetto, nella medesima casa; passeggiare s. i portici; passammo con la barca s. il ponte; anche di cosa che viene a contatto con altra o con altre, scendendo o cadendo dall’alto: camminare s. la pioggia, s. l’acqua, s. un violento acquazzone; s. la neve pane e s. l’acqua fame (prov. ); s’era messo a leggere s. la luce del fanale. In espressioni partic.: dormire s. le stelle, all’aperto; niente di nuovo s. il sole, nel mondo, nella vita umana; con uso fig., s. le armi, in servizio militare; in araldica, s. il tutto, locuz. con cui si indica la posizione di una figura posta in punta, ossia sotto tutte le altre dello scudo. Tra senso proprio e fig., in frasi come s. il titolo del volume si legge che ...; nel suo diario, s. la data 25 aprile, egli scrive ...; una rubrica ... s. la quale io trovo scritte le parole ... (Dante). In senso fig., passare s. silenzio una cosa, tacerla, tenerla nascosta. Frequenti le locuz. fam. s. gli occhi, s. il naso, a brevissima distanza dalla persona, in modo da poter essere visto bene: ce l’hai s. il naso e non lo vedi!; poiché non voleva credermi gli misi il giornale s. gli occhi; anche con sign. più generico: è successo proprio s. i miei occhi, davanti ai miei occhi, in mia presenza; fu travolto dal fiume s. gli occhi atterriti dei suoi compagni. Con l’idea che la parte o l’oggetto di sopra formi un riparo, una protezione: tenere s. vetro; ripararsi s. l’ombrello, s. una tettoia; stendersi all’ombra s. un albero; con maggiore vicinanza o addirittura a contatto: i pulcini stavano al caldo s. le ali della chioccia; e fig.: quando il dente longobardo morse La Santa Chiesa, s. le sue ali Carlo Magno, vincendo, la soccorse (Dante), le diede la sua protezione. c. In alcuni casi, indica luogo situato ai piedi d’un altro: i Greci combatterono a lungo s. le mura di Troia; c’era un’ampia valle s. il castello; abbiamo il lago proprio s. casa nostra; faceva la serenata s. le finestre della sua bella; in altri indica solo vicinanza, ma intendendosi di solito che il luogo a cui si è vicini sia più alto, o che ad esso ci si accosti venendo dal basso: si fermò con la barca s. la riva; i soldati si spingevano s. le mura. In riferimenti geografici, equivale a «di qua da», oppure indica latitudine più meridionale: il paese è pochi chilometri s. Bolzano; s. l’equatore, s. il 32° parallelo. È di uso frequente per indicare che qualche cosa è o avviene più in basso di un certo limite (spesso determinando la distanza): a 30 metri s. la superficie del mare; le acque del fiume sono scese s. la linea di guardia; i bambini s. il metro non pagano biglietto; porta le gonne lunghe fin s. il ginocchio; analogam., in musica, cantare un tono sotto, una terza sotto (dove si sottintende: sotto il tono normale, o sotto il tono di chi fa la parte principale). d. In matematica, si dice che un’espressione sta sotto il segno di una determinata operazione (radice, logaritmo, ecc.) per significare che l’operazione viene eseguita su quella espressione: il radicando è l’espressione che sta sotto il segno di radice. 2. In usi fig., più o meno connessi con il sign. fondamentale: a. Per esprimere dipendenza o soggezione, subordinazione, sudditanza: ha molti impiegati, molti operai s. di sé, ai suoi ordini, alle sue dipendenze; combatterono s. Cesare, s. Pompeo; militare s. le insegne, s. la bandiera di qualcuno, ai suoi comandi, al suo soldo, oppure per la causa stessa per la quale egli combatte; avere, tenere s. il proprio dominio, s. il proprio impero, o essere, vivere s. il dominio, s. l’impero di qualcuno; popolazioni unite s. un unico sovrano; molto com. anche per determinare un periodo storico, un’età, un tempo: s. l’Austria, nel periodo della dominazione austriaca; s. Napoleone, s. l’impero di Napoleone; s. il consolato di Cicerone; Gesù patì s. Ponzio Pilato; E vissi a Roma s. ’l buono Augusto (Dante, parlando di Virgilio). Sempre per esprimere soggezione: vivere s. dure leggi, s. una rigida regola (religiosa); popolazioni oppresse s. un durissimo giogo, costrette s. la tirannide straniera, ecc. Per indicare vigilanza, custodia: fu accompagnato s. buona scorta; tenere s. la propria tutela; è tenuto s. vigilanza speciale; e analogam., chiudere s. chiave, spedire s. fascia, tenere sott’occhio (v. anche sottochiave; sottofascia; sottocchio). Per indicare appoggio, difesa e sim.: s. l’alto patronato del presidente della Repubblica; s. l’egida, s. gli auspici di ...; è s. la sua protezione. Con sign. affine, s. la guida di ..., guidato da: ha studiato s. la guida di un buon maestro, o più semplicem. s. un buon maestro; estens., scrivere s. dettatura. Per indicare influsso: nato s. il segno dell’Ariete, s. una buona o s. una cattiva stella. b. Per indicare l’attualità di una condizione, o la modalità con cui un’operazione si compie: nave s. carico, quando vi si svolgono le operazioni d’imbarco delle merci; essere s. pressione, essere sottoposto a pressione, operare in condizioni di compressione, a pressione superiore a quella ambiente, ecc. (di macchina a vapore, essere pronta a funzionare; fig., di persona, essere in periodo di grande attività, di studio intenso: sono s. pressione perché ho gli esami fra un mese); s. vuoto, di operazione che avviene, o di materiale che si trova a pressione notevolmente inferiore a quella atmosferica. c. Per indicare attualità o imminenza di una situazione d’incertezza, di pericolo, o comunque negativa: essere s. processo; il paese era s. la minaccia di un contagio; vivere s. un continuo incubo. Anche di cosa che eserciti una forma di coazione sulla volontà o abbia comunque efficacia sul prodursi di un determinato effetto: emanare un ordine, o imporre un divieto, s. pena di morte, di arresto, di scomunica per i trasgressori; dovette obbedire s. la minaccia di gravi rappresaglie; con sign. più tenue, per denotare la condizione di chi risente l’azione di qualche cosa: tremava ancora s. l’impressione di quella scena spaventosa; parlava s. l’effetto del vino. In alcune formule, esprime limitazione oppure garanzia: ottenne il permesso di uscire, s. condizione di rientrare prima di sera (anche assol.: accordare, concedere s. condizione, a determinati patti); dare, prestare s. pegno; promettere s. giuramento. d. Con uso fig., in locuzioni esprimenti apparenza che cela una diversa realtà, oppure travestimento, finzione: s. le specie del pane e del vino; dèi immaginati s. forma di uomini; un traditore s. la veste d’amico; presentarsi, pubblicare s. altro (o s. falso) nome; parlare s. metafora; s. pretesto, s. titolo di ..., col pretesto, fingendo di. Con valore più generico, in locuzioni con le quali si indica il lato dal quale si considera un fatto, una questione: s. questo aspetto, s. ogni punto di vista, s. questo riguardo. e. Con numeri o espressioni equivalenti, precisa che qualcuno o qualcosa è di qua da un certo limite, che non lo raggiunge o che gli si avvicina: deve pesare s. il quintale; la temperatura è s. i 30 gradi; è ancora s. la cinquantina; i ragazzi s. i dodici anni non possono salire da soli in ascensore; sono disposto a ridurre il prezzo ma non vorrei scendere s. i tremila euro. Nel linguaggio di banca e di borsa, s. la pari, detto del prezzo o corso di un titolo pubblico o privato quando è inferiore al suo valore nominale, oppure di un cambio, quando è inferiore alla parità monetaria intrinseca fra due paesi. f. In alcune espressioni temporali, indica prossimità, imminenza: s. le feste, s. Natale, s. Pasqua; s. gli esami (che può significare anche durante gli esami); s. la raccolta, s. la vendemmia. Ant., s. il dì 24 di luglio del 1370, nel tale giorno, in tale data. g. Col suo valore proprio, o con valori particolari e usi fig., forma locuz. avverbiali, come s. banco, s. braccio, s. gamba, s. mano, s. traccia, s. voce, sott’aceto, sott’olio, s. coperta, ecc., tutte senza articolo, e che si possono scrivere anche unite (v. alle singole voci). 3. Con funzione prepositiva, sono frequenti le locuz. sotto di, usata spec. con i pron. personali tonici (s. di me, s. di voi), e sotto a, che, meno com. con la forma tonica dei pron. personali (s. a te, s. a loro), è invece frequente con sostantivi (s. al letto, s. al pavimento, che si alternano con s. il letto, s. il pavimento). Va peraltro notato che le particelle pronominali atone mi, ti, ci, ecc., che in ogni caso precedono la prep. sotto, sono forme di dativo: gli si fece s. minaccioso; mi venne s. con i pugni (fig., se mi viene sotto ..., se mi càpita tra le mani); frequente inoltre con la particella ci, in funzione sia pronominale (= a ciò) sia avverbiale (= qui, lì), in dipendenza da un verbo precedente: posò il lume sulla scrivania e ci mise s. un giornale; girò intorno alla scala non volendo passarci sotto. 4. avv. a. In luogo o posizione o parte più bassi (o, talora, più interni) rispetto ad altri: qui s., lì s.; prima di bagnare le piante sulla terrazza, guarda se c’è nessuno che passa s.; questa è la lettera: manca solo la firma sotto, in fondo; accennando alla superficie inferiore d’un oggetto: sopra è bianco, s. è nero; è più bello s. che sopra; con riferimento al piano inferiore d’un edificio: papà dev’essere s., in bottega; vado s. a vedere. Con varî sign. proprî e fig., andare sotto (sottintendendo il compl.): riferito a persona, entrare sotto le coperte, o tirarsi su le coperte: va’ sotto, che prendi freddo; del sole, tramontare; di persona o d’imbarcazione, sommergersi, andare sott’acqua: non potendone per la contrarietà del tempo tanti reggere il paliscalmo, andato sotto, tutti quanti perirono (Boccaccio); in alcuni giochi di carte, o nel biliardo, riportare un punteggio negativo, che va a favore dell’avversario: è andato s. di due mani, di otto punti. In uno scritto, preannuncia ciò che sarà detto più avanti: come vedremo meglio s.; e in rinvii, vedi s., vedi oltre. In frasi ellittiche, può significare sotto l’abito, sotto le vesti: aveva un vestitino leggero, e null’altro s.; esternamente non appariva nulla, ma tutti erano sicuri che s. era armato; altre volte, per eufemismo, indica le parti del corpo che per decenza si preferisce non nominare: il bambino se l’è fatta s., addosso; ho un foruncolo s.; sono scivolato e mi sono fatto male sotto. Con funzione aggettivale: il pezzo s., la parte s., la riga sotto. Nel comparativo, più s., più in basso: il bottone l’attaccherei due centimetri più sotto. Raddoppiato, con valore intensivo: s’era nascosto sotto sotto; fig., copertamente, nascostamente: rideva, ghignava sotto sotto; si mostrava spiacente, ma sono sicuro che sotto sotto era contento; in faccia ti si dichiarano amici, ma sotto sotto cercano di farti lo sgambetto. b. In frasi partic.: esserci qualcosa s., nel supporre l’esistenza di fatti che qualcuno vuol tenere nascosti o subodorando un fine occulto, una frode, un inganno: qui ci dev’essere s. qualcosa (e più esplicitamente: qui c’è s. qualche mistero). Dare s. a qualcuno, incitarlo a fare, a parlare; più com., dare s. a una cosa, impegnarsi a venirne a capo, a condurla a termine, a consumarla: diamo s., ragazzi!, il lavoro dev’essere terminato entro stasera; diamogli s. a questa torta! Con più accezioni, farsi sotto, avvicinarsi a poco a poco, per lo più con intenzione ostile, quindi anche attaccare l’avversario con prudenza ma decisamente (come comando: fatevi sotto!; o assol., sotto!); in altri casi, ma quasi esclusivam. in forma ellittica, prendere il proprio posto secondo il turno, spec. trattandosi di cose sgradevoli: s. a chi tocca! Con usi fig., mettere s., rendere soggetto, sopraffare, piegare alla propria volontà (non gli riuscirà di mettermi s.!); di bestie, metterle al lavoro (metti s. i buoi, il cavallo!); riferito al conducente d’un veicolo, o al veicolo stesso, investire e passare sopra (l’ha urtato col parafango anteriore e per poco non lo metteva s.); nel rifl., mettersi s., attendere con accanimento a un lavoro, allo studio, e sim., impegnarsi per la buona riuscita di qualcosa. c. Preceduto da prep.: sbucò da s. o di s.; cercò di passare per s.; lo guardava di s. in su (v. anche sottinsù). Come locuz. aggettivale: la parte di s., il foglio di s., lo strato di s. (lo stesso che inferiore); l’inquilino di s., o che abita al piano di sotto. In altri casi, di sotto (anche scritto in grafia unita, v. disotto) non differisce per sign. dalla forma semplice: scendo subito di s.; è di s. che ti aspetta; sta’ attento a non cader di s. (qui non si direbbe sotto); è passato per di s.; con senso fig., restare di s., rimanere inferiore. Molto com. al di s. (o al disotto) di, invece del solo sotto: al di s. del cornicione, al di s. della media, ecc. d. Sostantivato, il s. o il disotto, la parte inferiore o più bassa, ciò che sta sotto: rifare, cambiare il s.; il s. è di legno; leva il disotto; il disotto della cassapanca; ecc. In legatoria, sotto è sinon. di piede (nel sign. 4 d).