sottopassino
s. m. Sottopassaggio stradale di limitata estensione; con riferimento all’opera urbanistica realizzata a Roma in occasione del Giubileo del 2000, in luogo dell’originario progetto di un sottopassaggio di più ampie dimensioni. ◆ proprio questo noi avevamo sostenuto: che, oltre ai 40 miliardi, lo Stato ne spende 12 in rampe di accesso, 60 in galleria, 40 in sottopassino e che lo spezzatino di S. Pietro altro non è che il modo di aggirare la legge Merloni sugli appalti. (Foglio, 28 febbraio 1998, p. 2) • Clamorosa è stata la bocciatura del percorso del sottopasso che avrebbe consentito di superare l’ansa del Tevere isolando dal traffico Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro: l’opera comunque realizzata (il cosiddetto sottopassino) consente un qualche snellimento del traffico, ma impone percorsi tortuosi alle macchine, ciò che non permette di realizzare quella soluzione del traffico che i cittadini si sarebbero meritati. (Sole 24 Ore, 19 ottobre 2000, p. 7, Commenti e Inchieste) • L’asfalto è sprofondato vicino a un palazzo in ristrutturazione, ma il motivo non è chiaro: forse l’erosione dovuta alle piogge, anche recenti; forse, come spiegano al XVII municipio, è successo «perché quel tratto di manto stradale è stato rialzato per costruire il “sottopassino”. E ora il passaggio dei mezzi pesanti crea una quantità di vibrazioni». (Lavinia Di Gianvito, Corriere della sera, 9 maggio 2006, p. 4).
Derivato dal s. m. sottopasso con l’aggiunta del suffisso -ino1.
V. anche minitunnel.