sovrapporre
sovrappórre (meno com. soprappórre, ant. soprapórre) v. tr. [comp. di sovra- (o sopra-) e porre, sul modello del lat. superponĕre (comp. di super «sopra» e ponĕre «porre»)] (coniug. come porre). – 1. Porre una cosa sopra a un’altra. In partic., con riferimento a oggetti, metterli uno sull’altro in modo che coincidano o che la superficie dell’uno combaci con quella dell’altro: per fare il ricalco, devi s. la carta velina al disegno; queste due maniche non sono uguali, prova a sovrapporle e lo vedrai subito; s. due linee, due piani, due figure geometriche; s. due colori. 2. In senso estens. e fig., aggiungere, mettere in più, quasi sempre in modo arbitrario: problemi ai quali egli aveva sovrapposto soluzioni sforzate e fittizie (B. Croce); anche, far prevalere: un governo che tenti di s. il potere esecutivo a quello giudiziario non può dirsi democratico. Come rifl. e intr. pron., aggiungersi in più, oltre a quanto già c’era: idee, fatti che si sovrappongono; la scuola e la cultura ... si sono sovrapposte alle iniziative dei singoli in momenti storici specifici (Gobetti). 3. ant. Oltrepassare, superare: Né per elezïon mi si nascose, Ma per necessità, ché ’l suo concetto Al segno d’i mortal si soprappuose (Dante). ◆ Part. pass. sovrappósto (non com. soprappósto), anche come agg. (v. la voce).