spaventare
v. tr. [lat. *expaventare, der. di expavens -entis, part. pres. di expavere «impaurirsi, temere»] (io spavènto, ecc.). – 1. Provocare, incutere spavento, riempire di spavento: l’apparizione del mostro spaventò tutti; il bambino era tutto tremante: qualcosa doveva averlo spaventato. Spesso con valore attenuato, mettere in apprensione, preoccupare più o meno fortemente: l’idea della morte, o il pensiero della vecchiaia, non mi spaventa; la sola idea di sposarsi la spaventa; uscire con questo buio, o con questo gelo, mi spaventa. 2. Nell’intr. pron., spaventarsi, provare spavento, essere preso da paura e improvviso timore: non ti avevo sentito arrivare e mi sono spaventata; il cavallo si è spaventato per il fragore del treno; con valore iperb.: volevo acquistare il computer nuovo, ma mi sono spaventato per il costo. 3. estens. Distogliere, far recedere: la similitudine non vi spaventi dal vostro nobile proponimento (T. Tasso); e nell’intr. pron., distogliersi, recedere da un proposito per timore di non riuscire o per altro motivo: composto fra te t’hai queste cose Acciò che da l’impresa io mi spaventi (Ariosto). ◆ Part. pass. spaventato, anche come agg., pieno di spavento, in forte apprensione: lo trovai tutto pallido e spaventato; aveva gli occhi spaventati, il viso spaventato, l’aria spaventata. In araldica, attributo del cavallo ritto sulle zampe posteriori.