specificazione
specificazióne s. f. [dal lat. mediev. specificatio -onis, der. del lat. tardo specificare «specificare»]. – 1. Lo specificare e l’essere specificato; indicazione esplicita, descrizione particolareggiata: la fattura deve contenere la s. dei lavori eseguiti e dei relativi costi; nell’elenco è necessaria un’ulteriore s. delle caratteristiche delle merci. 2. Nel linguaggio giur.: a. Con riferimento alla compravendita di cosa generica, l’individuazione materiale della cosa venduta (per es., la separazione di alcuni sacchi di grano da altri insieme ai quali erano conservati), con la quale soltanto s’intende perfezionato il contratto, e il rischio del perimento della cosa passa dal venditore all’acquirente. b. Modo di acquisto della proprietà a titolo originario, per cui chi, lavorando sull’altrui materia prima generica, ne trae una cosa nuova specifica, diventa di questa proprietario, pagando al proprietario della materia prima il giusto prezzo, a meno che il valore della materia sorpassi notevolmente quello della mano d’opera (in questo caso il bene spetterà al proprietario della materia prima, che dovrà però pagare il prezzo della mano d’opera). 3. In grammatica, complemento di specificazione, complemento indiretto che specifica, ossia determina e precisa, un aggettivo (per es., pieno di buona volontà) o un sostantivo (per es., un viaggio di affari): nelle lingue che hanno una declinazione, è espresso generalmente con il genitivo (per es., in lat., magister puerorum), mentre nelle lingue in cui manca la flessione è espresso con una preposizione (per es., in ital., di: il maestro dei bambini). 4. Nella filosofia kantiana, legge (trascendentale) della s., regola con cui la ragione (in quanto facoltà che ha una funzione conoscitiva di carattere unicamente regolativo) prescrive all’intelletto di suddividere ciascuna specie in sottospecie, di ricercare per ogni differenza delle differenze minori, secondo un procedimento volto a sviluppare la conoscenza dall’universale al particolare.