spedito
agg. [dal lat. expeditus, part. pass. di expedire: v. spedire]. – 1. Propriam., libero, sciolto da legami, da impedimenti, o anche da incombenze e compiti: Poi che, tacendo, si mostrò spedita L’anima santa di metter la trama In quella tela ch’io le porsi ordita (Dante). Di qui, nell’uso com., libero da impacci, sciolto nei movimenti, e quindi svelto nel muoversi, nel procedere, o non impacciato, non trattenuto in altre manifestazioni, come il parlare, l’esprimersi, con riferimento sia alla persona, sia ai mezzi (membra o altro) con cui avanza, agisce o si esprime, sia ai movimenti stessi, all’azione, all’espressione: essere s. nel fare, nel risolvere, nel decidere; camminare, avanzare, procedere spedito, o più spedito (dove l’agg. può avere anche funzione avverbiale); avere una lingua s., e parlare con lingua s., avere una pronuncia s., ecc.; talora unisce le due connotazioni di rapido e di facile: alla città scoperse Più agevole salita e più spedito Lo scalar delle mura (V. Monti). 2. Per sviluppo del sign. precedente, ma anche per suggestione delle altre accezioni di spedire, l’uso fam. come sinon. di spacciato, detto di persona la cui fine si considera ormai prossima e inevitabile: i medici lo dànno ormai per spedito! ◆ Avv. speditaménte, con sveltezza, facilità e prontezza: camminare, avanzare speditamente; parla e scrive speditamente il russo e l’inglese; o, anche, rapidamente: compiere speditamente un impegno, un’incombenza; una pentola di rame, detta economica, che serve a cuocere che che sia con piccolo fuoco e speditamente (Leopardi).