spenzolare
spenżolare v. tr. e intr. [der. di penzolare, col pref. s- (nel sign. 6); il passaggio all’uso trans. è prob. dovuto al suo valore fattitivo] (io spènżolo, ecc.). – 1. tr. Far penzolare, tenere sospeso nel vuoto: s. le gambe fuori del balcone; come rifl. e intr. pron., spenzolarsi, lasciarsi pendere nel vuoto: quel ragazzo si spenzola dagli alberi come una scimmia; o sporgersi nel vuoto, protendersi verso l’esterno: allora ella ... aperta senza far rumore la finestra ..., si spenzolava a guardare di qua e di là nella via (Capuana). 2. intr. (aus. avere) Stare sospeso dall’alto, pendere nel vuoto: si sedette sul parapetto del ponte, con le gambe che spenzolavano; una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza (Manzoni). ◆ Part. pres. spenżolante, anche come agg. (poco com.): stare con le braccia, con le gambe spenzolanti; guardava distrattamente ... il fusto d’una pompa col tubo di tela spenzolante (Capuana). ◆ Part. pass. spenżolato, anche come agg., che spenzola, che sta penzoloni (non com. nell’uso moderno): e tu mi torni a casa colle mani spenzolate quando tu dovresti essere a lavorare (Boccaccio); s’andava con le gambucce spenzolate a mezzo le barde (Sacchetti); per lui [il maestro] io rimasi sempre lo scolaretto dalle orecchie spenzolate (I. Nievo).