sperdere
spèrdere v. tr. [da disperdere, per riduzione del pref. dis- a s-] (coniug. come perdere). – 1. Variante letter. di disperdere: Tu dalle stanche ceneri Sperdi ogni ria parola (Manzoni); i pianti miei Sperdono sordi del Tirreno i venti (Foscolo). 2. Nell’intr. pron. sperdersi: a. Smarrirsi, perdere la strada o l’orientamento: sperdersi nel bosco, nella nebbia; è facile sperdersi nelle strade buie; io mi sperdo nella mia propria città (N. Ginzburg); anche, di più persone che perdano la coesione e non riescano a ricongiungersi: stiamo vicini, non ci sperdiamo. b. In senso fig., perdere la capacità di orientarsi e di procedere ordinatamente in un determinato settore di studio o in un’attività intellettuale: il programma d’esame è così vasto che ci si sperde; mi sperdo fra tutti questi numeri e date. 3. ant. a. Eliminare, espellere il feto, per aborto spontaneo o procurato (accezione che aveva anticam. anche disperdere): dall’altro canto, voi non offendete altro che un pezzo di carne non nata, sanza senso, che in mille modi si può s. (Machiavelli). b. Come intr. o intr. pron., abortire, non condurre a termine la gravidanza. ◆ Part. pass. sperduto o spèrso, anche come agg. (v. le rispettive voci).