spettacolo
spettàcolo s. m. [dal lat. spectacŭlum, der. di spectare «guardare»]. – 1. a. Rappresentazione di opere teatrali, liriche, cinematografiche, d’arte varia; in senso ampio, qualsiasi esibizione artistica che si svolge davanti a un pubblico di spettatori appositamente convenuto: uno s. di danze folcloristiche; s. di varietà, di rivista; s. di burattini, di giochi di prestigio; s. di balletti; s. televisivo; s. pubblici, le rappresentazioni e le manifestazioni varie che si svolgono in luogo pubblico, soggette a particolari norme amministrative e imposizioni erariali. b. Con sign. più ristretto, il programma che si rappresenta e il modo in cui viene rappresentato: uno s. divertente, interessante, indimenticabile, noioso; è stato un grande s.; ieri sera a teatro ho visto uno s. veramente nuovo; anche la singola rappresentazione, considerata nelle sue modalità di esecuzione e nella sua durata: assistere a uno s.; domenica la compagnia darà due s.; io, al cinema, vado sempre all’ultimo s.; arrivare all’inizio dello s.; uscire prima della fine dello s.; signori, lo s. sta per incominciare; s. di gala, di beneficenza; s. a favore dei profughi, ecc. c. Al sing., con uso assol., il complesso delle attività concernenti il cinema, il teatro, la televisione, ecc., e l’insieme delle persone – attori, registi, tecnici, ecc. – che vi operano: lavorare nello s.; il mondo, il settore, l’industria dello s.; gente, personaggi dello spettacolo. L’espressione società dello s., che traduce il fr. société du spectacle, è usata nell’ambito del situazionismo per indicare la società contemporanea, in quanto caratterizzata dalla onnipresenza della televisione e degli altri mass-media, che, conferendo una forma spettacolare a ogni contenuto della comunicazione, esercitano un controllo sociale e pervasivo sulle masse. Nel linguaggio giornalistico, è frequente anche l’uso appositivo della parola, per connotare polemicamente realtà o situazioni che si ritiene siano state impropriamente trasformate in spettacolo, solo per attrarre l’attenzione di un vasto pubblico, sottolineandone gli aspetti più superficiali e sensazionali: politica s., cultura s.; inchiesta s., processo spettacolo. d. Frequente la locuz. fig. dare spettacolo, attirare su di sé l’attenzione di tutti: tua figlia balla benissimo, ieri sera ha dato proprio s.!; determinando: ha dato s. di sé, della sua bravura, della sua classe; spesso comporta un giudizio negativo, sottolineando l’ostentazione e la volontà di mettersi in mostra: si veste in modo stravagante apposta per dare s.; non fare lo snob per dare s. di te!; o alludendo a comportamenti scorretti e riprovevoli, che attirano l’attenzione non benevola degli altri: cerca di non ubriacarti e di non dare spettacolo! 2. Vista straordinaria, che colpisce per l’insolita bellezza o per altra particolarità, o, al contrario, impressiona e suscita orrore: dal terrazzo si vede uno s. meraviglioso; la natura offre gli s. più grandiosi; il suggestivo s. del mare al tramonto; vedere quei due che si rincorrevano era uno s. esilarante; uno s. penoso, disgustoso, ripugnante; arrivati sul luogo del disastro vedemmo uno s. terrificante; non voglio vedere certi s.!; ancora rammento il doloroso s. di quei poveri feriti gettati su una paglia trita e fetente, ravvolti in sudici cenci (D’Azeglio); che spettacolo!, esclamazione di apprezzamento, o più spesso, con altro tono, di riprovazione o di biasimo. Con valore più generico: già non sorride Spettacol molle ai disperati affetti (Leopardi). 3. ant., letter. Pubblico, insieme di spettatori: ciascuno di maraviglia rimase attonito, e a una voce tutto lo s. chiamò vincitore Partenopeo (Sannazzaro). ◆ Dim. spettacolino, dim. e spreg. spettacolùccio; accr. spettacolóne; pegg. spettacolàccio.