spezzatura
s. f. [der. di spezzare]. – 1. Il fatto e il modo di spezzare, di essere spezzato: la s. della legna; carbone vegetale a s. mista; in senso fig., interruzione, pausa: un periodo, una sintassi, una prosa con troppe s.; i dipendenti dell’ufficio hanno chiesto l’abolizione della s. dell’orario di lavoro. 2. Con valore concr., ciascuna delle parti che si ottengono spezzando qualche cosa; anche, il punto in cui una cosa è spezzata. In partic.: a. In editoria, volume, o anche fascicolo, oppure segnatura, scompagnati di un libro, di un’opera: l’opera completa è esaurita, sono rimaste soltanto alcune s.; con le s. di volumi diversi restituite dalle librerie si sono potute ricostituire alcune copie dell’opera completa. Con lo stesso sign., il termine è usato anche in biblioteconomia per i periodici, come forma meno usuale che spezzone. b. Nel linguaggio di borsa, quantità irregolare di titoli di stato o di società private, solitamente inferiore al lotto. 3. In araldica, alterazione di un’arme gentilizia per distinguere i diversi rami di una famiglia o le linee illegittime (equivale a brisura).