spiacere
spiacére v. intr. [da dispiacere2, per riduzione del pref. dis- a s-] (coniug. come piacere; aus. essere). – Variante di dispiacere, nel sign. di non piacere e di essere causa di rammarico, di dolore o di disappunto, com. soprattutto nell’uso ant. e letter., o comunque elevato: Ché perder tempo a chi più sa più spiace (Dante); non vi spiaccia cangiare il mio desiderio in lieta speranza (Manzoni); frequente in formule di cortesia: permette? dovrei solo consegnare questo foglio all’impiegato, se non le spiace; o per esprimere il rammarico, per rendere meno aspro un rifiuto: mi spiace di essere in ritardo; mi spiace ma non posso accontentarti; ci spiace che non sia andata come ti aspettavi; anche, ma meno com., con la particella pron. spiacersi: si è spiaciuto dell’accaduto. Più com. che dispiacere nel sign. di causare grave dolore o amarezza, provocare un forte risentimento, una reazione grave ma giustificata: il suo contegno sprezzante e offensivo spiacque a tutti; certo, spiace vedere tanta ingratitudine. ◆ Part. pres. spiacènte, anche come agg. (v. la voce).