spiantare
v. tr. [lat. explantare «sradicare», der. di planta «pianta», col pref. ex-]. – 1. a. Sradicare: s. un alberello, s. un rosmarino rinsecchito; svellere ciò che è conficcato nel terreno: s. un palo. Per estens., ant., distruggere dalle fondamenta, radere al suolo: s. una città, un edificio; in senso fig., eliminare fin dalle radici: s. la corruzione, il vizio. b. Disfare, smantellare ciò che era stato impiantato, cioè allestito, messo in opera; in partic., s. una casa, chiuderla, non abitarci, non viverci più: spiantò ella la casa ... in Venezia, e venne colà a raggiugnerci (Goldoni). 2. fig. Rovinare economicamente, ridurre in miseria: con le sue folli spese ha spiantato la famiglia; «Va, va, povero untorello, ... non sarai tu quello che spianti Milano» (Manzoni); nel rifl., non com., rovinarsi economicamente, ridursi in cattive condizioni economiche: per fare studiare i figli si sono spiantati; si è spiantato per il gioco. ◆ Part. pass. spiantato, frequente come agg. e sost. (v.).