spiccicare
v. tr. [tratto da appiccicare, con sostituzione di prefisso] (io spìccico, tu spìccichi, ecc.). – Staccare ciò che è appiccicato a una superficie, a un altro oggetto, separare cose appiccicate: s. il francobollo dalla busta; s. l’etichetta della bottiglia; cerca di s. questi due fogli senza strapparli; con sign. più ampio: i quattro giovani ... presero ad ajutarsi a vicenda per spiccicarsi d’addosso gli abiti inzuppati di pioggia (Pirandello); region. o ant.: cammina insomma! spiccica le gambe! (M. Pratesi). In senso fig., staccare due persone che stanno sempre insieme: quei due, da quando si sono conosciuti, non si riesce più a spiccicarli; con altro uso fig., è com. l’espressione s. le parole (più raram., s. le sillabe, s. le frasi), pronunciarle chiaramente, spec. nella forma negativa: quel ragazzo non spiccica bene le parole; non s. parola, restare muto, non rispondere: all’esame si è emozionato e non ha spiccicato parola, non è riuscito a s. parola; con altro senso, non s. una parola di inglese, di francese, ecc., non saper parlare per niente queste lingue. Nel rifl. e nell’intr. pron., staccarsi: è attaccato con colla così tenace che non si spiccica più; in senso fig.: quella, se non la mandi via, non si spiccica più (o, come rifl. recipr.: sono due che, se si mettono a chiacchierare, non si spiccicano più). ◆ Part. pass. spiccicato, , per lo più con funzione verbale: staccato; e fig., pronunciato distintamente, con chiarezza: parole spiccicate una dopo l’altra, come per darsi il tempo di cercarle (De Roberto); per l’uso come agg., v. la voce.