spiraglio
spiràglio s. m. [lat. spiracŭlum, der. di spirare «spirare1»; cfr. provenz. espiralh, fr. ant. espirail, che hanno però una datazione più tarda]. – 1. a. Stretta apertura o fessura per cui passa l’aria o la luce: s. della finestra, della porta; nella qual grotta dava alquanto lume uno s. fatto per forza nel monte (Boccaccio); l’innominato, spingendo leggermente i battenti, fa un po’ di s. (Manzoni); tenere a spiraglio una porta, una finestra, tenerla socchiusa, con una stretta apertura: s’erano rifugiati a confabulare dentro i portoni delle case tenuti a spiraglio dal portinaio ... e dai quali ogni tanto sporgevano la testa nell’attesa che spiovesse (Palazzeschi). b. estens., non com. Soffio d’aria o sottile striscia di luce che passa attraverso un’apertura stretta: c’è uno s. d’aria, chiudi bene la porta; dalle imposte entrava nella stanza uno s. di luce. 2. In marina, vetro prismatico che si incastra nel fasciame dei ponti, per dare qualche luce ai locali sottostanti; anche, sinon. di osteriggio, nelle navi mercantili. 3. fig. Possibilità, più o meno probabile e avverabile, di poter fare o ottenere qualche cosa: non vedo alcuno s. per potere uscire da questa difficile situazione; spero ci siano degli s. di trattativa; indizio di piccola entità, barlume: si intravede uno s. di verità nella intricata vicenda; com. la locuz. uno s. di speranza, una speranza tenue, un po’ di speranza. ◆ Dim. spiraglino.