spola
spòla s. f. [dal germ. *spōlan, prob. attraverso il longob. *spōla; cfr. il ted. mod. Spule]. – 1. Nell’industria tessile, il filato montato su supporto cilindrico che va introdotto nella navetta: la sua dimensione, e quindi quella delle navette, varia secondo il tipo di filato e di telaio. Nell’uso corrente, l’insieme del cilindro di filato e della navetta, che nella tessitura fa passare i fili della trama tra quelli dell’ordito con continuo moto di va e vieni; di qui la locuz. fare la s., andare avanti e indietro da un luogo a un altro con una certa continuità e regolarità: il traghetto fa la s. dall’isola alla terraferma; per estens., darsi da fare, affaccendarsi alternandosi da un luogo a un altro e da un’occupazione a un’altra: ogni giorno fa la s. tra casa e ufficio. Nel linguaggio sport., lavoro di spola, continuo spostamento di un giocatore da un’area del campo a un’altra in funzione di raccordo dell’azione della squadra (per es., nel calcio, l’azione di portare la palla dall’attacco alla difesa, e viceversa, svolta per lo più dai centrocampisti). 2. Nelle macchine da cucire di uso domestico, e in alcune cucitrici, piccolo rocchetto metallico, intorno al quale si avvolge uno dei due fili (quello inferiore) che formano l’intreccio del punto: è libero di muoversi con la navetta entro la quale è alloggiato. Punto di s., particolare tipo d’intreccio che può essere realizzato con la cucitrice; è formato da due fili, uno superiore portato dall’ago, animato di moto alternativo verticale, e uno inferiore avvolto sulla spola alloggiata nella navetta, animata di moto alternativo orizzontale; la cucitura così ottenuta non si disfà e ha aspetto uguale su tutt’e due le facce. 3. Nell’arte orafa, anello a spola, anello in cui le pietre preziose sono disposte su un adatto supporto in modo da conferire al contorno la forma tipica di una spola, cioè di una navetta. ◆ Dim. spolétta, anche con accezione partic. (v.), spolino m. (v.); accr. spolóne m. (v.).